La vera storia di Bronislawa Wajs (1908-1987), meglio nota come Papusza, la più famosa poetessa rom del mondo. La sua vita in Polonia è avvolta nel mistero, nonostante il suo talento per la scrittura di poesie - scoperto dal poeta polacco Jerzy Ficowski - le abbia regalato la fama. La sua gente, tuttavia, l'ha maledetta per avere tradito i segreti dell'antica cultura e dei costumi dei rom.
Un'eroina che però non trova sufficiente celebrazione nemmeno in questa pellicola, eccessivamente ridondante e impregnata in quello che deve essere (o sembra dover essere) a tutti i costi il cinema polacco per definizione.
“…Non sono una poetessa, sono solo una zingara
del bosco, che vive di natura … Sono felice quando
sento cantare le ruote, quando sento la pioggia … leggi tutto
Le vicende, i personaggi e i luoghi indubbiamente esulano da quello che e' lo "standard" medio di molti film (almeno di quelli mainstream a cui la maggior parte della gente e’ abituata): una poetessa gypsy nella Polonia degli anni '40 che deve far fronte ai contrasti del suo background culturale in lotta col suo intelletto non comune (almeno alle persone con cui e' nata e cresciuta). Bella… leggi tutto
Papusza è una donna rom, che sin da bambina si industria per imparare a leggere e scrivere pur vivendo nella comunità migrante per i territori della Polonia. Crescendo sviluppa un talento per la scrittura che la porterà a diventare la più importante poetessa Rom. Se da una parte questo rende orgogliosi i membri della comunità, dall’altra il suo lavoro…
Le vicende, i personaggi e i luoghi indubbiamente esulano da quello che e' lo "standard" medio di molti film (almeno di quelli mainstream a cui la maggior parte della gente e’ abituata): una poetessa gypsy nella Polonia degli anni '40 che deve far fronte ai contrasti del suo background culturale in lotta col suo intelletto non comune (almeno alle persone con cui e' nata e cresciuta). Bella…
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Commenti (2) vedi tutti
Storia triste di una bambola spezzata
leggi la recensione completa di yumeUn'eroina che però non trova sufficiente celebrazione nemmeno in questa pellicola, eccessivamente ridondante e impregnata in quello che deve essere (o sembra dover essere) a tutti i costi il cinema polacco per definizione.
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