Regia di Luca Verdone vedi scheda film
Uno di quei prodottini anni '80 senza arte nè parte, che prendono spunto dai cambiamenti sociali in atto (in questo caso la mania dell'estetica e del dimagrimento) e mettono in scena una serie di blandi sketch orchestrati con verve da un paio di guitti sulla cresta dell'onda in quel momento: qui si tratta di Pozzetto e Verdone, ma in genere per questo tipo di lavorucci venivano convocati anche nomi come Villaggio, Montesano, Banfi e via dicendo. I risultati erano sempre e comunque mediocri. Tanto più che qui il regista è un esordiente totale ed è il fratello minore di uno dei due protagonisti; Luca Verdone (anche autore della sceneggiatura insieme alla coppia d'oro Benvenuti / De Bernardi) non fa grossi danni, ma neppure sembra particolarmente dotato per il cinema, tanto che ci riproverà qualche volta negli anni seguenti senza l'aiuto fraterno (ricordando poi che entrambi sono figli di uno dei più noti critici cinematografici italiani, Mario Verdone) e piano piano scomparirà nel nulla. 7 chili in 7 giorni funziona nemmeno tanto per i duetti fra Pozzetto e Verdone, quanto per i momenti singoli di ciascuno dei due; la storia è oltrettutto costruita con una schematicità - appunto: per sketch - ben poco accattivante e la trovata finale riscatta solo in parte l'andamento a singhiozzo della trama. La sora Lella compare in un ruolo minore. 3,5/10.
Due dottori che non riescono a trovare un lavoro soddisfacente convincono la moglie di uno dei due a sacrificare il casolare di famiglia per mettere su una centro di dimagrimento rapido; tutto andrà a rotoli fin da subito, finchè ai due verrà l'idea geniale: trasformare la clinica in un ristorante.
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