Regia di Steve Stone vedi scheda film
Nel 1983 iniziano, in una sperduta base militare in Siberia, alcuni esperimenti su esseri umani.
Nel 1998 vengono ritrovati nei pressi della base i corpi di 32 vittime (tra uomini e donne) mai identificati.
Nel 2010 una troupe televisiva inglese di una trasmissione, «Secret Darkness», cerca di indagare sull'accaduto, con l'aiuto di una sensitiva (Ruth) e di un russo (Yuri) che non ha mai abbandonato l'inchiesta sulla vicenda.
Una storia che mette le radici nel lontano 1983, il film ci propone infatti come prime immagini le riprese di una camera a circuito chiuso che registra l'interno di una fatiscente cella, dentro un uomo magrissimo, emaciato, in preda a crisi isteriche, con evidenti disturbi mentali.
Ruth percepisce subito la presenza di fantasmi che cercano pace, per aver subito in vita torti e torture indicibili. La ricerca si sposta subito alla base, presto si scoprirà che Yuri (da buon russo) non ha detto tutta la verità, mettendo così in pericolo il resto della compagnia.
La presenza di uno spirito molto forte (Miscka) si manifesta a Ruth in tutta la sua potenza: la base russa praticava esperimenti su persone come Ruth, sensitivi e medium, cercando di ricavare dalle loro doti mentali armi tecnologiche. Miscka era uno dei più potenti in questo caso, e ha subito le torture più crudeli, per questo è in cerca di vendetta più che di pace.
Le storie di questo tipo si assomigliano un po' tutte, per questo sono sempre curiosa di come giovani registi riescano a escogitare idee nuove per stupirmi: il risultato in questo caso è buono grazie alla miscela di vari fattori, la tecnica del mockumentary senza però osservarne le regole al 100%. Attori non conosciuti. Buona costruzione degli effetti speciali, quasi casarecci, ma di effetto. La presenza dei fantasmi è suggestiva,
Il film è girato solo in parte con la tecnica del finto documentario, e questo alleggerisce molto tutta la storia che altrimenti sarebbe risultata troppo pesante da reggere. Infatti nulla di molto originale nella narrazione di questo «Entity», la solita compagnia che si ritrova suo malgrado, nonostante tutti gli evidenti segnali di pericolo, coinvolti in una vicenda molto più terrificante di quanto avevano preventivato.
Quello che mi è piaciuto è stata la buona costruzione dell'atmosfera claustrofobica, le luci quasi monocromatiche e molto fredde, e un finale davvero crudele alla Fulci-maniera: senza speranze e senza pietà.
Curiosità: nei titoli di coda viene dedicato il film ad una certa Tracey Jane Wilkson, una dedica molto sentita e «forte». Credo che sia un'attrice di qualche puntata della serie televisiva «Bad girls», ma non ne sono sicura, la dedica mette la data di nascita e morte della Wilkson: 1965-2012.
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