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Vizio di forma

Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film

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La recensione su Vizio di forma

di tobanis
8 stelle

Eh, ma che figata di film! Una delle sorprese degli ultimi tempi, tra le mie visioni.

A volte non ho la minima idea del film che vado a vedere. Per meglio dire, all’uscita mi leggo le critiche, vedo le recensioni, vedo che ne dice il pubblico, me lo metto in lista (o meno), i trailer non li vedo mai, me lo segno e me lo dimentico.

Dunque di questo film sapevo solo che la critica che seguo era rimasta esaltata, mentre il grande pubblico era rimasto molto perplesso. Fine, non avevo idea di chi fosse, che cast avesse, di che parlava. E perciò me lo sono goduto alla grande.

Ora, è ovvio che ha ragione la critica, una volta visto. In questo lungo film c’è di tutto, e il grande pubblico, non è impossibile, forse è rimasto spiazzato. Los Angeles, periodo in cui vanno alla grande gli hippies, sarà fine anni ’60, inizio anni ’70, boh. C’è questo “Doc”, un dottore molto generico, “fattone”, come gli dicono spesso, sempre in sandali, si fuma e sniffa qualunque cosa (ma non per vena, nel film). A tempo perso fa il detective, conosce tutti, la polizia lo odia, lui in qualche modo viene a capo dei suoi casi misteriosi. Qua si fa viva la sua ex morosa per dirgli, occhio, pare che il mio attuale moroso, ricchissimo, verrà messo in un manicomio in modo che la moglie, troiona, se la spassi con il di lei amante. Puoi mica indagare?

E da lì, succede la qualunque. Il film è un po’ tutto: un giallo, ma volutamente complicato, se vogliamo, a partire dalla trama, coerente a intricatissima, che è forse inutile seguire fino in fondo, troppo complessa; ma è anche un noir, per certe atmosfere; è pure un demenziale, per alcune scene geniali; è anche molto altro e molto di più. E non mancano scene piccanti che avranno sorpreso sicuramente il pubblico.

Lui è Joaquin Phoenix, monumentale, in una parte fighissima, uno dei personaggi che dovrebbe passare alla storia del cinema, questo detective che prende gli appunti più improbabili e inutili, nelle sue indagini assolutamente strampalate e assurde (ma alla fine qualcosa combina). Vale da solo il prezzo del biglietto. Le sue morosette sono la notevole e disponibile Katherine Waterston e la più celebre Reese Whiterspoon; il detective della polizia è Josh Brolin, altra parte fighissima, legato da amore e odio verso il protagonista (anche qua, spesso con lampi di genio); l’avvocato molto sui generis del protagonista è addirittura Benicio del Toro, l’infiltrato è Owen Wilson, insomma cast stellare. Alla regia Paul Thomas Anderson (Boogie nights, Magnolia, il magnifico Il petroliere, Il filo nascosto), con un soggetto tratto da un romanzo.

Che dire, se si cerca “non la solita roba” e si vuole essere sorpresi da un film, direi visione obbligata. Ebbe un paio di candidature minori agli Oscar e, poiché non c’è giustizia, pure essendo costato molto poco, andò male al botteghino. Da recuperare.

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