Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film
Il grande sonno vi concilierà
Cose da fare durante la visione home video di VIZIO DI FORMA (INHERENT VICE), in due ore e 15 minuti circa: fare l’amore con il vostro o la vostra partner; se avete l’amante meglio ancora, c’è il tempo per una doccia e per un caffè prima di scappare via; smanettare sui social commentando tranquillamente anche i post e le foto più inutili; leggere 1/5 dell’ultimo Premio Strega Edoardo Albinati; farvi un pisolino arretrato condito di sogni e rivoli di bava sul cuscino. Cose paradossali: farvi crescere una bella barba e programmare un attentato alle macchinette sforna schifezze e bibite di sotto casa perché sprovvisti di monetine.
Paul Thomas Anderson l’erede di Bob Altman, ok si parte con tutti i buoni propositi del mondo i quali ben presto muoiono come sogni all’alba. Il detective Doc Sportello (Joaquin Phoenix credibile quando fuma spinelli, cioè sempre) rivede la sua incantevole ex Shasta che ora se la fa con un magnate paraguru di nome Wolfmann. Poco dopo lei scompare e lui si mette alla sua ricerca. Come nelle polizze assicurative il vizio di forma (intrinseco) è tutto ciò che non si può evitare, allo stesso modo Doc fa un incubo hippie (siamo nel ’70) (stra)fatto di strani incontri e “misteri”. Il poliziotto dai modi spicci e alla John Wayne Bigfoot (interpretato dall’ottimo of course Josh Brolin); il sassofonista Coy Harlingen, improbabile spia infiltrato della polizia; la narratrice e voce della coscienza Sortilege; la misteriosa organizzazione Golden Fang. Un guazzabuglio inestricabile e contorto che si potrebbe riassumere con un NON E’. Non è un omaggio a Chandler né al maestro Altman. Non è una commedia surreale né una commedia e basta. Non è un trip alla Hunter Thompson girato da Terry Gilliam. Non è un giallo né tantomeno un thriller. Che cazzo è? E’ tratto da Thomas Pynchon, lo scrittore postmoderno americano per antonomasia. Il più criptico e inafferrabile degli americani. Al volenteroso e supercoraggioso Anderson (prima che gli chiudano i rubinetti) consigliamo la prossima volta di girare qualcosa tratto dal più abbordabile Tommaso Pincio: l’ex Pulp Roma di Cinacittà che vive nelle Acque Chete di Hotel a zero stelle.
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