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Due giorni, una notte

Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne vedi scheda film

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La recensione su Due giorni, una notte

di alan smithee
8 stelle

CANNES 2014 - CONCORSO

 

Le stalle della società, gli antipodi di tutto ciò che è stato rappresentato da David Cronemberg in Maps to the Stars, pure lui come questo dei Dardennde in concorso al Festival di Cannes  2014, sono le vite dei cittadini qualunque, quelli che sgomitano per un lavoro faticoso, ripetitivo e umile da mille euro al mese e si armano di una forza interiore, mettendo da parte orgoglio e a volte pure la dignità, per persuadere i propri colleghi a rinunciare al premio di produzione per indurre il capo a non licenziarli.

 

Marion Cotillard

Two Days, One Night (2014): Marion Cotillard

 

E' l'intrigo sadico che solo una contrattazione deviata tutta a favore della controparte forte può far venire alla luce. I fratelli Jean Pierre e Luc Dardenne ce la raccontano dal loro grigio Belgio, imbastendo, con la loro impeccabile ossessione per un realismo quasi esasperato, ma per questo ammirevole e lodato e ripetutamente premiato da quando li conosciamo, un calvario di un giorno e mezzo utilizzato da una donna, fragile psicologicamente, ma pure determinata nella sua dolcezza disarmante, per scongiurare il proprio licenziamento.

 

Fabrizio Rongione, Marion Cotillard

Two Days, One Night (2014): Fabrizio Rongione, Marion Cotillard

 

Di casa in casa la macchina dei Dardenne non si stacca dalla loro protagonista Sandra, una Marion Cotillard sempre in grado di stupirci, magra ed emaciata da una sofferenza che stentiamo a credere non possa essere vera, ma solo frutto di una immensa immedesimazione nella parte per opera di una grande interprete, qui a volte pure goffa e dalla camminata stentata con piedi a papera tanta è la capacità e la voglia di apparire qualunque. E ad ogni porta la richiesta è sempre la stessa e le risposte variabili a seconda della sensibilità e dell'altruismo dei diversi colleghi coinvolti.

 

Marion Cotillard

Two Days, One Night (2014): Marion Cotillard

 

Senza vergognarsi di ripetersi, perché la quotidianità è fatta di gesti ripetuti e non punta quasi mai alla platealità e all'efficace ricamo narrativo, il film dei Dardenne è un altro tassello fondamentale di una carriera che prosegue imperterrita la propria strada, quella della rappresentazione radicale e non edulcorata della vita dura dell'uomo del ceto basso che combatte, lotta non per arricchirsi ma per mantenersi in autonomia, in una società che sa solo illuderti con false soluzioni che celano tradimenti e persecuzioni ad altrettanti individui della stessa specie; e che motivano alla fine il secco rifiuto della protagonista ad una soluzione politica che puzza di marcio e di ulteriore ingiustizia.

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