Regia di Jean-Jacques Annaud vedi scheda film
Jean Jacques Annaud è un uomo che ama le sfide ed ogni suo ritorno in regia corrisponde ad una missione titanica solo al pensarla. Con LE DERNIER LOUP il regista de Il nome della rosa torna a rappresentarci il regno animale già al centro de L'Ours e de Due fratelli.
In Cina ai tempi della Rivoluzione Culturale un giovane insegnante viene indirizzato, come tanti suoi colleghi, ad alfabetizzare un popolo nomade ai confini con la Mongolia. In cambio il ragazzo impara il mestiere di allevatore e viene a contatto, a suo rischio e pericolo, con una muta di lupi che gli sbarra il cammino nei pressi di un impervio sentiero, situazione critica da cui riesce a stento a fuggire e sopravvivere.
Attratto fortemente dal fascino di quell'animale, che invece il Governo centrale di Pechino dispone che sia decimato per non compromettere gli allevamenti, vera e propria risorsa per un popolo in crescita culturale ma anche materiale, l'uomo ne cattura un cucciolo in seguito ad una battuta organizzata per sterminare i piccoli dalle tane. Decide quindi di tenerlo con sé per studiarne il comportamento. Questa azione suscita la vendetta del branco che cerca di riprenderselo a tutti i costi, inasprendo il conflitto tra due specie in conflitto fin dall'alba dei tempi, e dando modo ancora una volta all'uomo per far valere in modo sleale la sua superiorità e la sua cattiveria che sfuggono ad ogni più razionale giustificazione.
Riprese straordinarie che catturano espressività animali sorprendenti, e che effetti speciali sofisticati esaltano rendendo quasi umanizzato un animale tra i più belli, intelligenti ed affascinanti del creato, sono il piatto forte del cinema del singolare e tenace cineasta francese che dirige un film tutt'altro che disneyano, fortemente calato nella realtà storica e naturalistica che si contendono le sfaccettature di una storia che può facilmente appassionare.
Le scene spettacolari, come la rincorsa meditata e strategicamente cosciente dei lupi, che conduce i cavalli di razza purissima del Governo centrale a rotta di collo verso il lago ghiacciato, ove la mandria annega e va ad ingrassare il già ingente bottino di carne "surgelata " che costituirà la scorta per il branco nei mesi del disgelo, ha la meglio sulla parte in cui interviene l'essere umano nella persona del tenace protagonista e ancor più sulle altre, a volte un pò posticce, figure di contorno.
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