Trama
Nel 1969, in piena rivoluzione culturale, Chen Zhen, un giovane studente di Pechino viene inviato nelle zone interne della Mongolia per insegnare a una tribù nomade di pastori. A contatto con una realtà diversa da quella che aveva sin qui conosciuto, in un deserto sconfinato e dalla bellezza mozzafiato, Chen scopre di esser lui quello che ha molto da imparare: sull'esistenza, sulla comunità, sulla libertà, sul senso di responsabilità e sul lupo, la creatura più riverita delle steppe. Sedotto dal complesso e quasi mistico legame che i pastori hanno con il lupo e affascinato dall'astuzia e dalla forza dell'animale, Chen ne cattura un cucciolo e decide di addomesticarlo. Il forte rapporto che si crea tra i due sarà però minacciato dalla decisione di un ufficiale del governo di eliminare a qualunque costo tutti i lupi della regione.
Approfondimento
L'ULTIMO LUPO: IL VIAGGIO INIZIATICO DI UN GIOVANE DI CITTÀ
Diretto da Jean-Jacques Annaud e scritto dal regista con John Collee, Alain Godard e Lu Wei, L'ultimo lupo è l'adattamento del romanzo Il totem del lupo di Jiang Rong e racconta la storia di Chen Zhen, un giovane studente di Pechino che nel 1969 viene mandato nelle regioni interne della Mongolia a educare una tribù di pastori nomadi. Da quella zona del mondo, vasta, ostile e selvaggia, Chen ha però molto da imparare sui concetti di comunità, libertà e responsabilità, e sulla creatura più temuta e venerata di tutta la steppa: il lupo. Sedotto dal legame complesso e quasi mistico tra l'animale e i pastori, Chen cattura un cucciolo di lupo per addomesticarlo prima che nella zona arrivi un rappresentante delle autorità centrali deciso a eliminare tutti i lupi a scopo preventivo.
Con la direzione della fotografia di Jean Marie Dreujou, le scenografie di Quan Rongzhe, i costumi di Andrew Simpson e le musiche di James Horner, L'ultimo lupo è una produzione sino-francese girata interamente in 3D (usato per magnificare i paesaggi ancora incontaminati) e realizzata nel corso di sette anni. Pubblicato nel 2004 in Cina in forma anonima, il romanzo Il totem del lupo è sfuggito alla vigilanza della censura divenendo in breve tempo un fenomeno letterario stupefacente, raccontando in maniera fantasiosa l'esperienza che lo stesso Rong (pseudonimo sotto cui si nasconde un docente universitario) ha vissuto sul finire degli anni Sessanta, all'inizio della Rivoluzione Culturale, quando venne mandato in "rieducazione" in Mongolia salvando così di sua volontà alcuni libri che le guardie rosse avevano cominciato a bruciare. La storia del romanzo è quella di un giovane di città che grazie a un viaggio che si rivela iniziatico e a una particolare amicizia con i lupi scopre i valori della campagna e della comunità nomade, per cui l'inquinamento e i disastri ambientali, piaghe della Cina contemporanea, non esistono nemmeno.
Nel rispetto delle 56 minoranze etniche presenti in Cina, L'ultimo lupo per i figuranti è ricorso a un cast di attori non professionisti, scelti tra i veri allevatori e pastori della Mongolia, mentre per i personaggi principali ha potuto contare su tre attori professionisti di etnia Han, l'etnia dominante in Cina. Alle riprese del film hanno preso parte oltre 480 tecnici, 200 cavalli, un migliaio di pecore, 25 lupi e cinquanta tra formatori e allenatori, rispettando la volontà dei produttori cinesi di realizzare un'opera spettacolare e in grado di meravigliare.
Note
Annaud ritrova i suoi temi preferiti: l’incontro/scontro tra uomo e natura, l’osservazione e la resa cinematografica del comportamento animale. E li impacchetta in un blockbuster ecologista che si vorrebbe per famiglie (ma qualche crudeltà sulle bestiole, più suggerita che mostrata, potrebbe traumatizzare i piccini) e sulla strada abbandona ogni sottigliezza: didattico e didascalico, L’ultimo lupo soffre personaggi abbozzati, per nulla approfonditi e incastrati dentro archetipi banali e manichei, appiattisce gli spunti problematici e le asprezze politiche del libro, dimentica sullo sfondo il potente conflitto storico-culturale tra modernizzazione e usi antichi. Di contro, il film è affollato di sequenze naturalistiche mozzafiato, tra paesaggi di bellezza acerba e dolorosa e scene di caccia ansiogene e vivide. Può bastare?
Trailer
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.
Commenti (8) vedi tutti
Un popolo al termine del suo millenario percorso, nel momento delle scontro con i 'mongoli dell'Est' che nient'altro sono che i cinesi....
leggi la recensione completa di BradyL'ultimo lupo simboleggia la speranza che non tutto è perduto. Perdersi nella meraviglia della natura pur assistendo al suo scempio. Guardatelo per questo. La storia degli umani, a tratti interessante, latita di sceneggiatura. Comunque da vedere, voto 8.
commento di GabryLedScengrafia bellissima. Storia un po' didascalica da ambientalismo militante però che belli questi lupi!
commento di Artemisia1593film sentimentale e bellissimo.. più che altro le immagine straordinarie della steppa con una musica in armonia con il panorama.. interpretazioni all’altezza..voto 8
commento di nicelady55Ok ok ! Ok ok ! Il messaggio è esemplare, incontestabile. Perfetto. Ma...... il cinema ?!?!?!? Va bene che far cinema è un mestiere. Ma pensar solo di blockbustare, tralasciando quello che è arte e buon gusto, si chiama in un altro modo: prostituzione intellettuale. (cit). Voto 5.5
commento di fra_pagaBellissimi scenari ma la vicenda si sviluppa in maniera poco appassionante. Voto 6
commento di sticazziBellissimo film di avventura diretto da Jean-Jacques Annaud. Visione fortemente consigliata!
leggi la recensione completa di boychickDeludente: non ha la forza e profondità de "L' orso", forse anche per la banalità del libro da cui é tratto. Piattezza nello scavo dei personaggi a dispetto delle stupende immagini
commento di almodovariana