Regia di Mohit Suri vedi scheda film
Nella mia valutazione di questo film (valutazione essenzialmente di tipo moralista) concorrono due importanti considerazioni contrastanti, una negativa ed una positiva.
Quella negativa riguarda le scene di violenza (scazzottate, sparatorie,
spargimento di sangue di vario tipo): veramente eccessive, talvolta a tal punto esagerate da far sorridere per quanto siano irreali.
Vediamo uomini trapassati da proiettili e con ferite mortali continuare a vivere e combattere e sparare (senza neanche bisogno dell'intervento di sanitari); un uomo solo ferito e disarmato (o poco armato) che sfugge più volte a gang di decine di criminali armati, quasi sterminandoli. Se volessimo metterci a contare le pallottole ed i morti, alla fine del film non so a quanto arriverebbe il conto totale.
Questi eccessi di violenza dovrebbero essere la manifestazione dela Malvagità (con la M maiuscola) di organizzazioni criminali internazionali senza scrupoli; del Male contro cui lotta il Bene
(purtroppo, è questa la mia critica principale, usando in questo film le sue stesse armi).
Bene - e qui c'è l'aspetto positivo, con la solita grande spiritualità indiana che esce fuori - che nasce dall'Amore per una donna a suo tempo sbocciato a dare luce all'esistenza malvagia di un uomo. Amore che questa esistenza ha stravolto. Amore che, alimentato dalla religione (concorrono in ugual modo sia quella islamica,
sia quella buddista), pur finendo tragicamente lascia un segno indelebite; che diventa il seme di una forza smisurata capace di vincere l'impossibile, in nome dei grandi ideali di Amore e Libertà, anche a costo della morte.
Valutazione complessivamente sufficiente a causa dell'eccessiva violenza; senza la quale il mio giudizio sarebbe stato ottimo. (Ma forse sarebbe stato molto più difficile rendere le stesse sensazioni).
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