Regia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) vedi scheda film
Il soggetto di Midnight blue, girato l'anno precedente da Raimondo del Balzo, sembra avere ispirato la sceneggiatura di Hard sensation, scritta da Luigi Montefiori. Uno dei primi hard italiani girati da Massaccessi durante il periodo caraibico (forse il migliore - assieme a Le notti erotiche e Sesso nero - dell'intero lotto).
Un ricco e potente industriale concede alla figlia - dato il buon esito scolastico da questa raggiunto - una vacanza di quindici giorni sull'isola (fittizia) Tauma Toa, di sua esclusiva proprietà. Corinne (Dirce Funari), in compagnia di due amiche e dell'insegnante Perez (Lucia Ramirez), raggiunge il posto, apparentemente deserto. Scortate da due marinai, le ragazze dopo un primo momento di noia scoprono con orrore di non essere sole. Tre evasi, naufragati sull'isola dopo la fuga da un carcere, guidati dal sadico Bobo (Manlio Cersosimo), dopo aver eliminato le due guardie, sequestrano e violentano le fanciulle, in attesa del motoscafo che verrà a recuperarle. Dei tre, Clyde (Luigi Montefiori) è però quello più sensibile alla delicata situazione, e decide di porsi dalla parte delle ragazze.
"L'ultima isola a sinistra", poteva essere un titolo in grado di rendere l'idea del contenuto proposto dall'infaticabile Joe D'Amato. Prodotto confezionato come sempre con cura dal regista, e realizzato nel contesto del periodo caraibico con permanenza, a Santo Domingo, della troupe durata sette settimane (per altrettanti titoli). Dopo Sesso nero (ufficialmente il primo hard - senza inserti ma con scene di sesso praticate dagli stessi attori- girato in Italia), Massaccessi realizza il secondo film a luce rossa, al quale faranno seguito Porno holocaust e Le notti erotiche dei morti viventi. Il medesimo cast della "fase esotica" (Annj Goren, Manlio Cersosimo, la "locale" Lucia Ramirez e - non coinvolti nelle scene esplicite - Luigi Montefiori e Dirce Funari) dà vita ad un thriller morboso, scritto dal sodale Luigi Montefiori (meglio noto con lo pseudonimo di George Eastman), valorizzato dalla superba fotografia di Massaccesi e dalla ritmata colonna sonora di Alessandro Alessandroni, composta da brani contraddistinti da sensuali vocalizzi femminili, posti a contorno delle sequenze più "dure". In linea di massima il risultato non si discosta dai soft (Papaya dei Caraibi, Orgasmo nero) arrivando - per suggestive location e stile di ripresa - in alcuni momenti a superare per efficacia la qualità media degli altri titoli.
Le ragazze, tutte affascinanti (con la Funari però a rapire la scena, nonostante non abbia ceduto all'hard, tradendo quanto sottoscritto nel contratto), prima della partenza si dilettano in solitario modo (leggendo riviste tipo Playgirl, Lui e Playboy!), per poi decidere di lesbicheggiare (tutte e tre assieme) una volta raggiunta l'isola. Un registro ironico, estraneo al dramma che seguirà, saltuariamente emerge (uno dei tre galeotti è gay) finendo nel rendere, per effetto del contrasto, più impressionanti le scene hard. Luigi Montefiori - nello scrivere Hard sensation - oltre a rifarsi vagamente al rape & revenge di Craven sembra essersi ispirato non poco anche al soft Midnight blue (anche lì era presente Dirce Funari), girato l'anno precedente da Raimondo Del Balzo. E, salvo possibili errori dovuti a somiglianza del timbro vocale, fa un certo effetto risentire Romano Malaspina (doppiatore dell'Actarus di Atlas Ufo Robot) anche in questa circostanza, mentre pronuncia volgarità assortite. In Midnight blue Malaspina dava voce al bandito Bruno (Giancarlo Prete), mentre in Hard sensation (sembrerebbe) doppiare Mark Shan(n)on.
Curiosità
Stando all'imdb pare essere circolato nelle sale italiane anche con il titolo alternativo di Vizi di una cameriera tuttofare (e il manifesto sopra lo testimonia). Sarebbe interessante poterne vedere copia per capire che versione ne sia stata proiettata, non essendoci alcuna cameriera nel film.
"La violenza verbale è la prima tappa della violenza generale contro le donne." (Isabelle Alonso)
F.P. 30/03/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 83'55")
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