Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
Non ho mai particolarmente apprezzato il cinema di Leonardo Pieraccioni; vuoi per la continua ostinazione di raccontare del solito protagonista bruttino e fortunato che incanta la bella di turno, vuoi per quei suoi modi toscani ostentati con ridondanza, vuoi semplicemente perché non mi ha fatto mai ridere di gusto, eppure, questo film …
Ok, direte voi, ma come? Non ti piacciono i film dei suoi esordi, che poi sono classicamente i migliori di un regista, e finisci per farti incantare dalla classica pellicola matura che non avrà mai lo splendore dei suoi predecessori? Eppure, questo film …
Forse proprio perché ha del maturo, o forse sono io che sono semplicemente maturata e riesco a non giudicare più una pellicola solo in base al regista che la governa. Sarà … eppure questo film possiede qualcosa che io negli altri di Pieraccioni non ho trovato.
Quella capacità di sapersi mettere in gioco, non come mattatore unico di un film in cui gli altri personaggi non sono solo un contorno e Arnaldo non è solo più quello che si innamora della bella di turno ma finisce per dispensare consigli, di vita e d’amore. Pur finendo sempre come un eroe che però, prima di arrivare ad esserlo passa per la strada dello sfigato e perché no anche del fesso, come ha sempre fatto, direte voi, eppure in questo film … ci riesce spontaneamente meglio.
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