Regia di Akiyuki Shinbo, Yukihiro Miyamoto vedi scheda film
Nel prolifico filone delle majokko, le “maghette” degli anime dotate di poteri sovrumani e accompagnate da un animaletto mascotte (come le celebri Magica Emi e Sailor Moon), i 12 episodi di Puella Magi Madoka Magica sono giunti nel 2011 come un’autentica rivelazione. La classica storia delle preadolescenti che si mutano in giovani maghe per lottare contro le forze del male è declinata su toni ineditamente cupi e introspettivi, dove la stessa scelta di intraprendere il cammino di trasformazione non è una scoperta gioiosa ma una decisione sofferta e violenta, che mette le ragazzine di fronte al terribile peso delle proprie responsabilità. Dietro le divise da marinarette che tanta animazione giapponese ci ha insegnato a conoscere, le protagoniste Madoka e Sayaka sono costrette a diventare adulte, non solo combattendo le streghe (in sequenze di lotta stilizzate e inquietanti dove la tecnica d’animazione si mischia alla stop motion) ma anche imparando sulla propria pelle che perfino fare del bene ha effetti potenzialmente devastanti. Il primo film della trilogia cinematografica è in realtà il calco quasi identico (con minimi tagli e modifiche) delle prime 8 puntate giustapposte della serie tv (da noi andata in onda su Rai4): un montaggio che non giova al ritmo e alla ripetitività di alcune situazioni, ma che ha il pregio di mostrare l’intero e doloroso arco di trasformazione delle maghette. Il cliffhanger finale, un po’ mozzato, è il trampolino di lancio per il capitolo 2.
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