Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Ispirato in maniera abbastanza vistosa al Buñuel dell’Angelo sterminatore, ma anche al Bergman dei film più crudeli, Roulette cinese (che poi non è che il gioco del “se fosse…”, reso pericoloso come una roulette russa ma con una nota di spietato compiacimento orientale), pur complessivamente riuscito, ha un nucleo eccessivamente teatrale ed è, nello sviluppo, abbastanza prevedibile. Neppure l’ottima Margit Carstensen, fedelissima di Fassbinder, riesce a rendere al meglio, in quest’opera più di testa che di cuore (definito da Davide Ferrario, nel suo Castoro, «un esercizio brillante, anche se discutibile, di meta cinema fassbinderiano»), tanto che il regista riproduce, con al centro proprio la Carstensen ed Alexander Allerson (al posto che fu di Karlheinz Böhm), il celeberrimo movimento di macchina avvolgente di Martha. Attenzione: le crudeltà, sia verbali che fisiche, non finiscono con la fine del gioco. (Voto: 6½)
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