Regia di Mario Camerini vedi scheda film
Una coppia di sposini in miseria decide di farla finita. Il tentativo fallisce e, addirittura, i due vengono premiati dalla fortuna: trovano un portafogli e vengono ricompensati. Prendono così un treno per Sanremo, con l’intenzione di sbancare il casinò. Rimasti di nuovo al verde, prenderanno un altro treno verso un futuro migliore.
I due titoli a cui in genere viene associata la rinascita del cinema italiano a ridosso dell’avvento del sonoro sono Sole di Alessandro Blasetti e proprio questo Rotaie, del giovane Mario Camerini. A tutti gli effetti questa pellicola gode di una trama ben arzigogolata e dal piacevole ritmo che porta a una conclusione speranzosa e dalla morale, per quanto didascalica, decisamente apprezzabile nel contesto; i due protagonisti vengono infatti sottoposti dal destino, nel corso dei settanta minuti circa di durata del lavoro, a una serie di prove e dimostrano infine di avere imparato qualcosa dai loro errori. Bene la messa in scena, apprezzabili i protagonisti (Kathe von Nagy e Maurizio D’Ancora), ingiudicabile la colonna sonora in quanto quella originale – che peraltro pare non piacesse a Camerini – di Marcello Lattes è andata nel tempo perduta. Nei titoli di testa compare la dicitura “di Corrado D’Errico”: presumibilmente si intende il soggetto della storia, anche perché la sceneggiatura è subito dopo accreditata allo stesso regista. 6/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta