Regia di Jean Aurel vedi scheda film
Il titolo originale De l’amour ci porta correttamente all’origine teoretica del film, ovvero al celebre saggio di Stendhal (1822) che porta lo stesso titolo.
Il regista – ricorrendo all’espediente retorico della lettura parallela delle pagine dello scrittore - sottolinea i passi nei quali Stendhal aveva individuato i diversi momenti dell’innamoramento e le diverse fenomenologie amorose.
Ne nasce, perciò, un film-teorema, che illustra i passi del trattato stendhaliano, dai momenti dell’incontro, ai problemi che ne nascono invariabilmente, poiché gli innamorati – anche senza saperlo – percorrono e ripercorrono le medesime strade sospinti dall’eterna dinamica di attrazione e ripulsa, per lo più finta, che caratterizza costantemente gli incontri amorosi.
Si incrociano nel film le vicende di Serge (Philippe Avron) e di Helène (Anna Karina); quelle di Raoul (Michel Piccoli) dentista e collezionista di donne, da Mathilde (Elsa Martinelli) a Sophie (Joanna Shimkus), alla stessa Helène, misteriosa creatura che con grazia e con ingenuità maliziosa rende indimenticabile anche questa non semplice interpretazione.
Dal soggetto letterario, nasce dunque questo film in bianco e nero che dura 90 minuti e che è stato sceneggiato dallo stesso regista insieme a Cécile Saint-Laurent.
La fotografia è di Edmond Richard; il montaggio di Geneviève Vaury, Agnès Guillemot; la scenografia di Eric Simon; le musiche sono di André Hodeir.
Questa mia brevissima recensione è stata resa possibile dall'averne casualmente ritrovato, in fondo a uno scaffale, il DVD, da cui ho ricavato anche le informazioni.
Quanto al trailer, di meglio non ho visto.
Il film, ovviamente non porta la firma dii Elsa Martinelli.
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