Regia di Daniel Mann vedi scheda film
Un film davvero brutto con un Burt Lancaster insopportabile che fa, inspiegabilmente la parte di un euforico decerebrato, un siciliano. Non si capisce per quale ragione. Si salva un po' il racconto di un rapporto madre/figlia ossessivo, questo sì aderente alla cultura italiana, specialmente a quei tempi, ma non penso che le cose siano cambiate di tanto. Dicono che oggi i genitori siano più concessivi, coi figli, ma penso che sia tutta propaganda mediatica, per impedire ogni cambiamento del vecchio mondello sociale in cui i genitori dettano legge. La disoccupazione giovanile in Italia è da paese sottosviluppato ed è politicamente programmata in senso familista: impedire l'emancipazione dalla cultura cattolica, ossia dalla chiesa cattolica (Anna Magnani che fa inginocchiare il fidanzatino della figlia davanti alla statuetta della madonna), ovvero da un centro di potere enorme, che ancora condiziona potentemente la politica italiana. Tenete a mente bene che la disoccupazione è la frusta del padrone, un mezzo deterrente per piegare la volontà dei lavoratori, dei cittadini. I film americani di Anna Magnani sono inguardabili; forse spicca Pelle di Serpente con Marlon Brando ma la Magnani fa la solita parte, col solito sviluppo. Quello che mi dà più fastidio e dovremmo farlo comprendere agli americani e gli stranieri in generale è lo stereotipo degli italiani.
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