Regia di Fulvio Wetzl, Laura Bagnoli vedi scheda film
Un ritratto ammirato e appassionato da parte di Fulvio Wetzl e Laura Bagnoli all'ottuagenaria artista milanese Renata Pfeiffer, arrivata alla pittura per le insolite suggestioni del destino (il marito che faceva i disegni con la china, un'amica che le regala i colori e i pennelli da lei scartati), abbandonando il primo amore, la danza.
Nata a Trieste da famiglia culturalmente aperta (padre asburgico, madre croata), ma milanese fin dall'infanzia, Renata descrive il suo amore per la città che l'ha adottata, per le sue spigolosità squadrate, per lo sfondo da città industriale, per le sue skyline sempre in evoluzione.
La Pfeiffer, sconosciuta forse ai più, ci viene mostrata come una pittrice dotata di originalità ed estro evidenziabili in tanti elementi: a partire dalla tecnica con cui ella definisce - in antitesi con le più comuni modalità - nei suoi quadri prima l'oggetto in primo piano ("il colpo d'occhio iniziale") e solo dopo la stesura del fondo; ancora: per l'uso degli smalti industriali capaci di produrre tonalità dense, sensorialmente potenti (odore e tatto), accanto a contorni poco definiti pur in un contesto figurativamente concreto; infine: per l'evoluzione finale che porta Renata ad impiegare materiali industriali spesso di scarto (metalli, in primis l'alluminio e rame) modellati e ritagliati con un misto di veemenza e precisione in forme quasi tridimensionali, capaci di evocare suggestioni oniriche, ma pregne di realtà (per l'Artista non esiste l'astratto: ogni forma disegnata, anche la meno figurativa, nasce da una base di realtà, magari trasfigurata dal ricordo).
Insomma un viaggio insieme artistico ed umano nel cuore e nalla mente di una pittrice di gran talento che, come dice anche Spopola nella sua recensione, mostra la "straordinaria capacità che ha di “dialogare” con la cinepresa, nel mettersi praticamente a nudo e disvelare la profondità del suo straordinario mondo interiore".
Wetzl e la Bagnoli ci accompagnano nel viaggio con una computer grafica artigianale ed efficacissima e lasciando il verbo alla diretta interessata o ad altri conoscitori dell'ambiente artistico. Una colonna sonora che spazia dai Platters alla musica elettronica sottolinea i vari momenti del racconto in maniera sempre adeguata.
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