Espandi menu
cerca
Prima la trama, poi il fondo

Regia di Fulvio Wetzl, Laura Bagnoli vedi scheda film

Recensioni

L'autore

NF66

NF66

Iscritto dal 26 maggio 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci -
  • Post -
  • Recensioni 1
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Prima la trama, poi il fondo

di NF66
10 stelle

Il film-documentario Prima la trama, e poi il fondo  è un film artistico per  contenuto e  forma… ossia per la trama delle immagini, a tratti intervallata dalla narrazione, che il regista Fulvio Weltz  e Rita Bagnoli, anche figlia della protagonista, producono nel ritrarre  oggetti già in sé artistici. Si tratta di un ‘opera  d’arte dentro un’ opera d’arte…..non a mo’ di  scatole cinesi che si rimandano  nel vuoto il vuoto …ma una forma artistica che racchiude un tutto pieno altrettanto artistico che in questo rimando  si riproduce e si moltiplica. La storia è quella di una donna, Renata Pfeiffer, che non solo ricrea la sua arte, ma ricrea la sua vita stessa, alla veneranda età di 83 anni, dopo un tumore e la perdita del marito compagno di vita e di lavoro, suo maestro d’Arte, il famoso fumettista Enrico Bagnoli. Questi tragici eventi avrebbero portato ,anche per l’età, chiunque alla totale paralisi, invece  inducono  solo nella nostra autrice un letargo, un letargo, per così dire,  produttivo. Renata riesce al risveglio addirittura a fare di un ostacolo uno strumento d’innovazione: aveva lavorato per una vita con smalti industriali che le avevano provocato il tumore, non potendoli più usare per pericolo di ricaduta, pensa di sostituirli con metalli.. e con pezzi di sue radiografie. Compone quindi quadri con rilievi  di figure , anche quadri con gioielli incorporati ma da potere utilizzare e  di nuovo riporre   nella loro composizione originaria quasi una custodia, uno scrigno a  cuore aperto……..Questo cambiamento del materiale comporta anche una mutazione  degli oggetti delle sue composizioni..non più solo trame di  mappe di città  che si sovrappongono  in una trasfigurazione fantasmatica , raffigurazioni preferite nei primi suoi 80 anni, ma sottili rilievi di ossa, pesci e abitanti dei profondi abissi marini.L’artista come molte volte fanno le donne non ha mai separato realtà e immaginazione, e anche qui presa dal desiderio di inabissarsi, come lei dice, s’inabissa nel mare ma  anche nel mare magnum della sua interiorità e fa emergere il meglio di sé, il meglio della sua grande capacità creativa .Ci narra lei stessa,che si era tenuta, claustrofoba, sempre in superficie e da lontano, a ritrarre  le  città soprattutto la sua  Milano.  Dopo quel letargo non tanto breve,  scende, quindi, nel fondo del mare dove non giunge mai alcuna fotosintesi di luce, per ritrarre esseri piccoli trasparenti evanescenti  a tratti fosforescenti   dalle molteplici forme…forme che sembrano frutto di mera fantasia…ma che invece sono oltremodo reali ...E’ qui che il regista raggiunge livelli sublimi di raffinatezz, accostando alle composizioni artistiche le immagini riprese dal vero, quasi a riprova di un parallelismo tra il desiderio di inabissarsi della protagonista  nel lato più oscuro della sua interiorità e l’inabissarsi reale nel fondo più profondo e  oscuro del mare. Ed è qui che  noi spettatori diveniamo anche protagonisti di una  metamorfosi: improvvisamente il lato oscuro della psiche paragonato a questi esserini invertebrati  ci appare come la cosa più limpida e cristallina, e  proprio a partire da quel  fondo   siamo sollecitati a fare pulizia delle opache e pesanti zavorre che occupano la nostra anima. L’arte per essere Arte non può non essere che catartica, lo diceva anche Aristotele.

Giovanna Borrello

Sulla trama

La storia è vera come la sua protagonista

Sulla colonna sonora

fa tutt'uno con le immagini

Cosa cambierei

nulla

Su Laura Bagnoli

Lo suo sguardo femminile di Rita l'ho notato nella ripresa della sua genealogia femminile un riquadro delicatissimo di quattro donne : Renata, sua madre, poi Lei Rita Bagnoli,  sua figlia.... e infine sua nipote.

Su Fulvio Wetzl

Furvio Weltz l'ho immaginato come unico regista dell'ultima parte, quella che ritrae gli abissi marini e gli abissi della psiche di Renata

Su Renata Pfeiffer

Una donna che diventa più bella ebrava con l'età che avanza.....ha raggiunto quasi l'apice ora a 83 anni...ma ha ancora avanti tanto futuro.....  lo leggo nel suo sguardo intenso

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati