Regia di Ryan Gosling vedi scheda film
Il fiume perduto sembra far perdere alla regia il giusto flusso narrativo. Resta però un film che può stimolare coloro che cercano visioni oniriche e sperimentali.
La complessità della decadenza della società moderna può essere raccontata in un film? Ryan Gosling prova a farlo costruendo un racconto cupo, baroccheggiante, granguignolesco, nel quale l'immagine assume più importanza della narrazione, la fotografia più della sceneggiatura e l'intigro più del montaggio. Il film incuriosisce lo spettatore sull'evoluzione della vicenda che non è mai lineare nel suo dipanarsi, ma la visione diventa interessante più per la tecnica che per la storia in se ed alla lunga questa impostazione annoia. Il ritmo è blando, il senso è incerto e seguire il filo logico richiede sforzo, tanto da far sembrare che la regia si sia smarrita. E non a tutti potrebbe venire voglia di faticare fino alla fine. Visione consigliata a chi predilige opere strane e sperimentali. Non a chi cerca sicurezza e linearità. Freak.
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