Regia di Franco Zeffirelli vedi scheda film
Montecchi e Capuleti si combattono, ma il discendente maschio dei primi ama la discendente femmina dei secondi. Romeo e Giulietta, questi i loro nomi, decidono di sposarsi di nascosto, contro il volere di entrambe le famiglie. Finirà malissimo.
Gianfranco Corsi, in arte Franco Zeffirelli, aveva diretto con successo l'anno precedente La bisbetica domata (con la coppia Liz Taylor - Richard Burton), lavoro per il grande schermo che prendeva le mosse dall'omonimo testo shakespeariano; non sorprende così la scelta di girare una ennesima versione di Romeo e Giulietta - sempre dal Bardo - in questo 1968, anno peraltro di grandi sommovimenti nel mondo giovanile. Eppure Zeffirelli sembra vivere su un'altro pianeta e realizza un prodotto formalmente ineccepibile, ma stantio nel profondo (una contro-provocazione nei confronti del '68?), calligrafico con tutti i pregi e i difetti che il termine reca con sè. I due protagonisti sono addirittura poco più che bambini: 16 e 17 anni per Olivia Hussey e Leonard Whiting; John McEnery, Milo O'Shea, Michael Yorke, Bruce Robinson sono impiegati negli altri ruoli centrali del cast, come si vede di levatura internazionale; sul versante tecnico però il regista sfrutta manodopera italiana, che lo ripaga con un paio di Oscar: quello attribuito ai costumi di Danilo Donati e quello per la fotografia di Pasquale De Santis. Opera di alto valore estetico, questo Romeo e Giulietta rimane uno dei titoli più celebri per il regista, che tornerà dietro la macchina da presa solamente 4 anni dopo per Fratello sole, sorella luna (1972). 5/10.
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