Regia di Hans Petter Moland vedi scheda film
Non è nè Tarantino nè Kitano, ma è innegabile che Moland svolga bene il suo lavoro con un thriller che riesce a coniugare humor nero con un ritmo teso come una corda di violino. Il protagonista, improvvisatosi killer dopo la morte del figlio per un regolamento di conti,trascina un tranquillo villaggio norvegese in una guerra tra bande rivali dove quasi nessuno sarà risparmiato. Tutto scorre dall'inizio alla fine come un fiume in piena, e la contabilità dei morti, riportata freddamente con croce e nome in sovraimpressione, non riesce ad interrompere il ritmo di una precipitosa discesa agli inferi come in un gorgo senza fine. Molto valida la fotografia, con paesaggi algidi dove il sangue finisce per essere la sola macabra nota di colore.
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