Regia di Hans Petter Moland vedi scheda film
Pulp Fiction scandinavo immerso nella neve. Una vendetta impossibile in balia del caso diventa presto, attraverso l'ironia, un gioco surreale. 7,5 SOFFERTO
Prendete Pulp Fiction, ordinatelo temporalmente, inseritelo in un'estetica/mentalità nordeuropea, ecco avrete In Ordine Di Sparizione. L'operazione può apparire fredda e fuori tempo massimo, invece conquista sia per la compattezza sulla scansione degli avvenimenti in balia del caso e da un'ironia surreale capace di trasformare la violenza in un normale elemento narrativo alla pari dei dialoghi stranianti e irresistibili. L'influsso tarantiniano è dunque lampante ovunque, senza divorare l'idea di fondo di una società succube dei mediocri e dei violenti dove le linee dei destini sono capaci d'incrociarsi in qualsiasi momento beffardamente e clamorosamente. Notevoli i caratteri, dall' ice-man Skarsgard, devastato dal dolore e mosso dalla vendetta allo stralunato boss Ganz, passando per tutti gli altri personaggi. La ricetta così non è nuova ma la variazione e la tenuta del climax (con un finale col botto!) vanno oltre la superficie, trasmettendo una sofferenza e un dolore vero immerso in un paesaggio ghiacciato come le anime.
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