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In ordine di sparizione

Regia di Hans Petter Moland vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su In ordine di sparizione

di laulilla
8 stelle

Nella gelida Norvegia, stato considerato fra le più civili e tranquille del mondo, si svolge questa movimentata e divertentissima commedia nera, al centro della quale è un traffico di droga gestito da due organizzazioni criminali (una delle quali serba), che da qualche tempo si erano spartite il territorio per lo spaccio.

 

L’accordo fra i criminali era stato visto con tacito favore persino dalla polizia locale: l’ordine pubblico ne aveva guadagnato, essendo spariti gli inseguimenti, gli  scontri feroci nelle città, i morti sulle strade.

Fin dalle prime scene, però, si comprende che il problema dello spaccio non riguarda solo i drogati: era accaduto, infatti, che un ragazzo, sicuramente non drogato, per uno strano insieme di circostanze, fosse morto per overdose; era anche accaduto che a Nils (Stellan Skarsgård), il padre del poveretto che avrebbe voluto vederci chiaro, la polizia avesse dichiarato la propria indisponibilità ad aprire un’inchiesta.

Nils, perciò, si era sentito quasi costretto a indagare da solo, muovendosi in un ambiente pericolosissimo e insolito per lui, cittadino modello, molto apprezzato, anche dalle autorità locali, che lo avevano onorato alla vigilia della pensione, per il suo lavoro insostituibile e per gli studi grazie ai quali il suo spazzaneve era diventato speciale ed efficientissimo, consentendo rapidissimi collegamenti stradali.

Nils, dunque, in breve tempo, era riuscito a ricostruire i movimenti e gli incontri del figlio, quelli che ne avevano preceduto la morte, e aveva anche individuato i colpevoli, ai quali aveva riservato una fine crudelissima, facendo sparire i loro corpi, coll’ausilio del suo potentissimo automezzo, usato... in modo improprio. Poiché, però, gli era parso evidente di aver appena sfiorato una struttura di potere criminale assai complessa, si era posto l'obiettivo irrinunciabile di individuarne e ucciderne i vertici.

 

 

 

 

 

 

Il regista costruisce il film affiancando alle vicende della guerra privata di Nils, quelle dei due boss della droga, il serbo detto Papa (il grande e sempre compianto Bruno Ganz) e il norvegese, detto il Conte (Pål Sverre Hagen).

Papa, per la verità, era stato richiamato d’urgenza in Norvegia dalle notizie che gli arrivavano di lì, dove i suoi uomini erano in grande allarme, in seguito alle sanguinose provocazioni che – di questo non dubitavano – erano arrivate dagli scherani del Conte, che, evidentemente, secondo loro, aveva rotto la tregua, con atto unilaterale. Il Conte, invece, aveva creduto a una rottura dell’accordo da parte dei serbi che – di questo non dubitava – avevano fatto sparire molti dei suoi uomini:.

Sul colossale equivoco era ripresa allora la guerra per bande, cosicché altro sangue sarebbe stato versato sulle nevi candide della Norvegia, fino al redde rationem finale.

Il racconto procede con grottesca ironia, evidenziato anche dall’elenco, sempre più lungo, dei nomi dei morti ammazzati, che compaiono sullo schermo nero, preceduti dalle croci e dai simboli religiosi più diversi (anche una stella di Davide!), a indicare anche la diversa appartenenza religiosa delle vittime.

Molto ben scritto e condotto con grande intelligenza, il film ci consegna gli indimenticabili e ironici ritratti del Conte e di Papa, apparentemente diversissimi, ma entrambi accomunati dalla persistenza dei rispettivi pregiudizi xenofobi e razzisti e dalla conseguente percezione distorta dei fenomeni reali, che si traduce in una serie di affermazioni e di battute di irresistibile e funesta comicità.

I richiami al cinema di Tarantino e anche dei Coen appaiono pertinenti, data l’abbondanza caricaturale di pulp e di splatter dall’inizio al sorprendente finale, e anche per il ruolo decisivo che il regista affida al caso, il dominus che spiazza intenzioni e progetti dei diversi personaggi, nonché le  nostre divertite aspettative.

Grande prova d’attore di Bruno Ganz, di Stellan Skarsgård e del semi-sconosciuto Pål Sverre Hagen, perfetto Conte, contraddittoriamente oscillante fra amore per il figlio e gli animali e ottuso odio per l’umanità.



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