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Bone Tomahawk

Regia di S. Craig Zahler vedi scheda film

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La recensione su Bone Tomahawk

di munnyedwards
6 stelle

Le colline hanno gli occhi e sono occhi iniettati di sangue, famelici e assassini, sono gli occhi di quella parte dell’uomo che rifiuta l’inevitabile evoluzione imponendosi uno stato basico e primordiale, selvaggio e animalesco, così era negli anni ’70 quando Wes Craven metteva in scena il suo scontro fra nature opposte ma complementari, può esserlo ancor di più al tempo della frontiera, in un epoca dove il divario fra civiltà e barbarie è chiaramente più accentuato, il west come scenario ideale per mettere in atto l’ennesimo duello tra l’uomo “evoluto” e quello primitivo.

Questo è il tema del film diretto dallo sceneggiatore Craig Zahler (qui al suo esordio dietro la macchina da presa), un film che comincia come un western abbastanza classico per poi virare verso i territori dell’horror cannibalico piu spinto, sulla carta una fusione che appare interessante ma dallo resa discontinua.

Il film si apre con la scena di uno sgozzamento, due balordi vagano per la prateria e uccidono i viandanti che si lasciano sorprendere nel sonno, i due ladri e assassini hanno facce conosciute, sono quelle di David Arquette e di Sid Haig (una faccia come la sua non te la dimentichi), portano a termine il loro sporco lavoro ma per errore finiscono per attraversare una specie di cimitero indiano, il povero Haig nonostante il suo storico sporco muso da icona horror fa una brutta fine, mentre il piu svelto Arquette se la squaglia.

 

scena

Bone Tomahawk (2015): scena

 

La sua fuga lo porta in un paesello isolato, che per quanto è lindo e pinto sembra uscito da uno studio di posa appena costruito, il paese si chiama Bright Hope e ci vivono una manciata di persone, che il plot scritto dallo stesso Zahler cerca di delineare nel migliore dei modi.

A cominciare dallo sceriffo Hunt (un Kurt Russell cazzuto come ai bei tempi) e dal vice del suo vice, un vecchio brontolone di nome Chicory (Richard Jenkins), poi abbiamo la coppia formata dal cowboy con tibia rotta Arthur O’Dwyer (Patrick Wilson) e da sua moglie Samantha (Lili Simmons), piu in disparte la misteriosa figura di un pistolero di nome Brooder (il lostiano Matthew Fox).

La storia vuole che il fuggiasco Arquette si porti dietro le ombre di una misteriosa tribù indiana parecchio “arrabbiata” per la profanazione del cimitero sopra citato, per cui nella notte gli indiani fanno fuori un povero stalliere e si prendono la preda che braccavano (Arquette), piu in premio la bella Samantha.

Inevitabile la formazione di una piccola posse per inseguire gli autori dell’assalto, ne fanno parte lo sceriffo Hunt e il suo (old man) vice, il marito della donna rapita e il pistolero, quattro uomini in tutto, compresi un vecchio chiacchierone e uno zoppo con la gamba malandata, non proprio il massimo considerato che gli indiani che cercano non sono indiani comuni, ma una tribù primitiva e troglodita che pratica il cannibalismo e l’incesto, diciamo che la semplice definizione di selvaggi gli va decisamente stretta.

 

Kurt Russell

Bone Tomahawk (2015): Kurt Russell

 

Matthew Fox, Kurt Russell, Richard Jenkins, Patrick Wilson

Bone Tomahawk (2015): Matthew Fox, Kurt Russell, Richard Jenkins, Patrick Wilson

 

Bone Tomahawk ha uno sviluppo semplice e lineare, il film in pratica si divide in tre atti ben distinti (a parte l’incipit), nella prima parte vengono presentati i personaggi, nella seconda si racconta del difficile viaggio dei quattro per arrivare al covo degli indiani, nella terza c’è infine il confronto senza esclusione di colpi tra i cannibali e i nostri protagonisti.

Zahler ne azzecca due su tre e questo gli basta per portare a termine il lavoro in modo dignitoso, si perde un pò nella fase centrale dove il racconto del viaggio sembra avere un minutaggio eccessivo, forse l’obiettivo era quello di catturare meglio il carattere dei personaggi ma a mio avviso si lascia andare troppo con il rischio di annoiare, il film è un pizzico troppo lungo e se c’è una parte da “tagliare” è proprio quella centrale.

Zahler utilizza uno stile asciutto (uso della musica quasi assente) e una regia a volte troppo contemplativa, l’impressione è che cerchi un impronta autoriale in un contesto che non lo richiede, in fondo la storia è semplice e dilungarsi troppo nella ricerca di una forma espositiva  “alta” non aiuta la dinamica del racconto.

Per il resto la fusione dei due generi funziona abbastanza bene, il cast può contare su almeno due autentici fuoriclasse come Kurt Russel e Richard Jenkins, da soli reggono alla grande la scena e surclassano il comunque valido Patrick Wilson, discorso a parte merita Mattew Fox, il personaggio del pistolero Brooder sembra quello meno approfondito, ma non è chiaro se i limiti siano dell’attore o del soggetto, leggo che per il ruolo era stato inizialmente contattato Timothy (Justified) Olyphant, sulla carta una scelta più azzeccata.

 

Matthew Fox

Bone Tomahawk (2015): Matthew Fox

 

Inutile negare che il momento clou è rappresentato dalla parte finale, come predetto da un indiano “civilizzato” prima della partenza la tribù di trogloditi sono qualcosa di primitivo che va al di là di ogni immaginazione, quando finalmente compaiono in scena il film si trasforma in un vero e proprio horror-movie, l’antro dei cavernicoli e un ricettacolo infernale che richiama lande desolate ormai estinte, lo squartamento di un povero sopravvissuto farà la gioia degli amanti del genere e il sangue e la violenza bruta prenderanno il sopravvento.

Il west è sempre stato selvaggio e la civiltà una conquista faticosamente raggiunta, Zahler fin dall’incipit (i due balordi che tagliano le gole ai viandanti) ci dice che l’uomo della frontiera era ancora molto lontano da questo traguardo, lo stesso divario che lo separa da una tribù di indiani anomali e fuori dal tempo.

Bone Tomahawk è una dichiarata versione western del classico di Wes Craven Le colline hanno gli occhi, un esperimento interessante nonostante la poca originalità, un film che forse avrebbe dovuto spingere di più sul ritmo e sulla dimensione pulp invece di cercare una forma estetica piu fine, estranea al contesto narrato.

In definitiva un western/horror che in tempi di carestia come questi si guarda con moderato piacere, ma che non lascia segni importanti se non le buone prove di Russell e Jenkins e alcune sequenze splatter nel finale.

Voto: 7

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Ultimi commenti

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  2. mck
    di mck

    Questioni a mio avviso molto interessanti sollevate dal tuo pezzo:
    -- "Sono gli occhi di quella parte dell’uomo che rifiuta l’inevitabile evoluzione imponendosi uno stato basico e primordiale, selvaggio e animalesco": per me è una definizione esatta relativamente ai caratteri interpretati da Arquette e Haig...! I ''poveri'' trogloditi non ''rifutano'' alcunché, non v'è possibilità di ''confronto'' (da ambo le parti, certo) - meglio: scontro impari (la bestialità, meglio: la regressione, è tutta 'bianca').
    "L’impressione è che cerchi un'impronta autoriale in un contesto che non lo richiede": non sono d'accordo col fatto che non lo richieda in assoluto (ma forse non intendevi questo), certo è che se l'intenzione di Zahler (e qui concordo con te, questa ''ricerca'' randomica si percepisce) era quella di voler dire Altro e di Più dal PdV della grammatica e della sintassi, beh, avrebbe dovuto implementare il discorso visivo con l'impalcatura dello script, e non affidarsi ad una (per me comunque molto piacevole) sfilacciatura della narrazione.
    Per il resto e per quel che vale, sottoscrivo
    Di certo Zahler opera una buona (nulla più, per carità) reviviscenza del...''genere'' (qualunque esso sia...).

    1. munnyedwards
      di munnyedwards

      Ciao Matteo :)
      I trogloditi rifiutano di essere quello che la natura gli impone di essere, ossia dei selvaggi indiani, magari razziatori e assassini ma non uomini primitivi e cannibali, per evoluzione intendo adeguarsi ai propri simili.
      Ovviamente è un elemento dello storia, scritto così e lo accetiamo per quello che è, la storia si basa su questo e io non mi faccio troppe domande sulla tribù cannibale.
      Per quanto riguarda la bestialità dell'uomo bianco è vero, ma al tempo della frontiera non era una anomalia incontrare viandanti che ti tagliavano la gola per due bibbie, per cui non vedo regressione in questo, l'uomo bianco a parte l'oasi felice di Bright Hope (che appunto sembra finta per quanto è bella) è rappresentato esattamente come era a quel tempo.

      Riguardo a Zahler per me si perde nella parte centrale, e si perde perchè cerca di dare al film un impronta che non è richiesta, ovviamente nel contesto di QUESTA storia non in assoluto.
      E' una storia di cannibali, di indiani che di fatto non sono indiani ma quasi delle entità mostruose vomitate dalla terra, è una vicenda già narrata (Le colline hanno gli occhi ma anche il più recente Offspring), che bisogno c'è di cercare questa lentezza insistente, questo contemplazione narrativa che infine aggiunge poco o niente?
      Ti vuoi dare un tono in un film del genere?
      Per me è una scelta sbagliata, non è il film adatto, la pellicola dura 2 ore e 15', troppo...dammi piu ritmo, dammi piu sangue, un testo più dinamico.

      Per me tagliava una mezz'ora nell parte del viaggio e metteva 10 minuti in piu di lotta selvaggia il film ne guadagnava, o almeno credo ;)
      Ciao!

    2. mck
      di mck

      Siamo d'accordo quasi su tutto.
      M'intigno solo s'una cosa.
      Loro non rifiutano di essere selvaggi indiani --[termine troppo generico, eterogeneo, inservibile: vi sono tribù, e tribù, e tribù: è come dire "bianchi civilizzati": vi sono i nazisti e i frati cappuccini, gli svizzeri - che, fortunelli, mai hanno mosso guerra ad alcuno (come molte tribù indiane del tutto pacifiche e sottomesse da altre tribù indiane ben prima dell'arrivo dei bianchi) - e i neo-crociati ]-- perché, semplicemente, non lo sono: sono trogloditi cannibali incestuosi, un vicolo cieco evolutivo, quella è la loro natura (''evolvibile''), non hanno simili cui adeguarsi se non loro stessi.
      Loro sono un orrore alll'interno delle ''nazioni indiane'' stesse.
      ----------------
      "L'uomo bianco [...] è rappresentato esattamente come era a quel tempo": stiamo dicendo la medesima cosa: il film da quel PdV è totalmente realista, ed è un suo pregio. I personaggi interpretatai da Arquette e Haig sono anch'essi degni discendenti di quei buoni e bravi ferventi cristiani (vangelo, non solo antico testamento: il pacchetto lo prendete tutto, miei cari) sbarcati col MayFlower - che già a casa loro ne avevano combinate di belle - e con le ondate successive (inglesi, irlandesi, francesi, spagnoli, tedeschi...): loro sono la versione bianca e moderna della tribù troglodita cannibale.
      Quelli che ti ammazzano per du' bibbie e du' bisacce, per l'appunto...
      -----------------
      Per me invece quella lenta parte centrale - stirata, sfilacciata, allungata - è il cuoire pulsante del film, è uno degli ingranaggi fondamentali: senza di esso il motore non riesce a raggiungere i pieni giri ed entrare a regime...
      Mi sono persino un po' annoiato con la parte gore...
      -----------------
      Per il resto concordiamo, un caro saluto.

    3. munnyedwards
      di munnyedwards

      Beh, sono una tribù indiana, trogloditi, cannibili e incestuosi ma sempre indiani restano, questo viene detto chiaramente dal pellerossa civilizzato all'inizio del film.
      Ovviamente è un invenzione narrativa e quindi viene accettata così com'è, come detto non mi faccio domande su questo, se la cosa è storicamente attendibile o meno, non mi interessa...seguo la vicenda come mi viene proposta.
      Ma sono indiani e come indiani rifiutano di accettare l'evoluzione naturale della loro razza, restando uomini primitivi.
      Sono come i cannibali de Le colline hanno gli occhi e Offspring, niente di più niente d meno.
      O almeno io la vedo così...ma ci sta che mi sbagli :)

    4. mck
      di mck

      No, certo, sono amerindi. Quello che volevo sottolineare è che non esiste un'unicità amerinda come non esiste un'unità caucasica: vi erano tribù ''guerresche'' e tribù ''pacifiche'', e al loro interno vi erano fazioni etc...etc..., e questa tribù in particolare è un'eccezione nel contesto nordamericano (mentre in centro e sudamerica le pratiche cannibali erano diffuse), per questo non hanno alcuna ragione per uniformarsi ai loro simili di altre tribù amerinde nordamericane, perché non sono loro simili. Del resto, però, dovremmo essere in sud California, e i ''discendenti'' dei Mexica, cioè gli Atzechi, son vicini...
      Grazie della tenzone, Max, sempre corroborante :)

    5. munnyedwards
      di munnyedwards

      Non sono loro simili per una precisa scelta narrativa, una scelta che non ha nessuna base storica, per cui il tuo ragionamento è corretto ma è costruito su una pura invenzione di Zahler, che tuttavia non ci ha messo una tribù di marziani (a proposito...notizie della sonda Schiaparelli?), ma una tribù di indiani, trogloditi, cannibali e incestuosi.
      Mantenendo quindi un collegamento naturale con la razza indiana...

      Insomma, la colpa è di Zahler...ma è bellissimo discutere con te di questa cosa, magari andiamo avanti per altri 3-4 giorni LOL
      Ciao!

    6. mck
      di mck

      Certo che è un'invenzione di Zahler, e di chi dev'essere?;-) La sua scelta narrativa (''fantasy'') in che modo contrasta con quanto ho affermato?

    7. munnyedwards
      di munnyedwards

      Contrasta che non sono marziani ma indiani, per cui il fatto che la loro evoluzione dovrebbe essere per natura ferma allo stato primitivo è una tua interpretazione.
      Sono indiani che non si sono evoluti...non sono uomini delle caverne trasportati con la macchina del tempo nel west di Zahler :)

    8. mck
      di mck

      No, non è una mia interpretazione, è un'invenzione fantasy di Zahler, il che non deve in alcun modo portare a mettere in atto a tappeto la sospensione dell'incredulità, ovvero inserire quella tribù nel calderone ''indiani'' e buona notte.
      Scrivi "rifiuta(no) l’inevitabile evoluzione imponendosi uno stato basico e primordiale": è il passaggio che ha generato tutta la discussione e sul quale sono in disaccordo.
      Ribadisco : non sono ''indiani'' (cioè amerindi del nord) per come li intendi tu, sono una classica ''tribù perduta'', sono trogloditi cannibali, perciò per quale motivo dovrebbero uniformarsi agli altri amerindi eterogenei tra loro ma scevri da depravazioni ancestrali fantasy?
      2. Non esiste un concetto omogeneo di ''indiani'', come ho già scritto, c'erano tribù e tribù, alcune pacifiche altre bellicose, con le normali eccezioni al loro interno, così come per tutte le popolazioni del mondo.

    9. munnyedwards
      di munnyedwards

      Ultima replica per me, questo "dibattito" me ne ha riportato alla mente uno similare sui cavalli, c'entrava sempre il film di Zhaler LOL

      Comunque il punto della questione è che per te non erano indiani "comuni" (amerindi del nord) ma una tribù perduta presa da un immaginario fantasy, per me invece sono indiani comuni, e ripeto lo dice anche l'esperto pellerossa ad inizio film (non che sono comuni, anzi, ma che sono una tribù indiana).
      Mi è chiaro il punto che non esiste un concetto omogeneo di indiano e che le tribù erano di vario tipo e avevano prerogative diverse, proprio per questo e dato per scontato che PER ME sono indiani la frase che non condividi io continuo invece a rivendicarla :)

      Ma alla fine la possiamo anche pensare diversamente :)
      Ciao e buona serata!

    10. mck
      di mck

      Certo che possiamo, vivaddio!
      Ultimo anche per me: l'esperto ( il ''Professore'', interpretato da Zahn Tokiya-ku McClarnon, l'Ohanzee “Hanzee” Dent di “Fargo-2”), invece, sottolinea chiaramente, rispondendo alla domanda "Ha paura dei propri simili?" : "Non sono miei simili".
      E il tutto rientra nel costrutto fantasy.
      Poi, ok, sono amerindi :)
      ----------------------------------
      "Questo "dibattito" me ne ha riportato alla mente uno similare..." : attenzione che quello col cappello (un po' diverso, eh) sei tu! ;-)))

    11. munnyedwards
      di munnyedwards

      LOL

    12. mck
      di mck

      "(a proposito...notizie della sonda Schiaparelli?)" : la sonda TGO è al suo posto, il lander... : http://attivissimo.blogspot.it/2016/10/cose-successo-realmente-schiaparelli.html
      Ovvero (pensava d'essere arrivata : tutta questione di prospettiva ) : "Chissà se diventeremo amici? Ciao, suolo!" vs. "Oh, no! Un'altra volta?!" : https://www.youtube.com/watch?v=EI6POlmsaaE

    13. munnyedwards
      di munnyedwards

      Povera Schiaparelli, tutto quel lavoro sprecato per colpa di un paracadute, dei venti di Marte e di un probabile doppio salto mortale carpiato rovesciato difficoltà 3.0...e sotto non c'era nemmeno la piscina olimpionica :)
      Ciao!

  3. ezio
    di ezio

    tutto succede nella seconda parte del film,come giustamente segnali tu....la stessa cosa che ho letto in alcune recensioni dei critici sulle riviste specializzate.....grazie max.....ovviamente devo ancora vederlo....poi ti diro'...

    1. munnyedwards
      di munnyedwards

      E' un film che credo possa rientrare nei tuoi gusti, nel caso aspetto di sapere cosa ne pensi :)

    2. ezio
      di ezio

      Max,me lo sono procurato,ma per il giudizio...passera' un po' di tempo,l'importante e' che me l'hai suggerito.....

    3. munnyedwards
      di munnyedwards

      Figurati ezio...liste di recuperi lunghe e infinite, siamo tutti nella stessa barca :)
      Un saluto :)

    4. ezio
      di ezio

      Appena visto e alla fine mi trovo in pieno con il tuo giudizio...tre stelle,il lento intercedere fino all'ultima mezz'ora che vira all'horror non e' male,come non e' male qualche scena gore "estrema" (poi chissa perché la donna non e' neppure sfiorata...)poi il finale e' poco credibile....ma puo' un uomo con una sola gamba uccidere tutta una tribu'....arrampicarsi sulla montagna (per arrivare alla grotta) e tornare incolume (con la sua bella ovviamente e il bacino finale).....ma dai,ogni cosa ha il suo limite,comunque il resto del film e' sufficiente.....bye Max

    5. munnyedwards
      di munnyedwards

      Il personaggio interpretato da Patrick Wilson inganna i primitivi utilizzando il particolare "fischietto" usato dagli indiani per comunicare, diciamo che è una tecnica che gli da qualche vantaggio ma che può essere vista come poco verosimile :)
      Grazie del commento ezio!

    6. ezio
      di ezio

      ma si....mettiamola cosi'....

  4. LoSqualoSiciliano
    di LoSqualoSiciliano

    io ho dato esattamente lo stesso voto a questo film , secondo i migliori della pellicola son Jenkins in primis , e poi Kurt Russel che fa sempre bene , con Fox non mi trovo d'accordo perchè almeno secondo me è stato nella parte del pistolero solitario quindi una prestazione più che sufficiente , parlando delle tre parti in cui il film è stato diviso mi trovo d'accordo con te , con un intermezzo un pò troppo lungo , a cui avrei preferito una parte finale con un minutaggio un pò maggiore , come sempre ottima spiegazione del film , ciao Max .

    1. munnyedwards
      di munnyedwards

      Grazie Ivan, su Fox non siamo d'accordo, per me è il personaggio più debole dei quattro ma sul resto la pensiamo allo stesso modo :)
      Grazie del commento...ciao!

  5. maurizio73
    di maurizio73

    Certo che è una questione di gusto estetico e di coerenza formale (il registro che oscilla tra ironia e ferocia è un classico del pulp), come pure il ritmo compassato che come un motore diesel abbisogna di tempo per il giusto warm up finale. A parte la soggettività di questi aspetti 'pelosi' (per alcuni un pregio, per altri un limite), è un film che si diverte a giocare sull'ambiguità del significato da attribuire al concetto di civiltà, nel classico scontro all'ultimo sangue tra la ferocia consapevole dell'uomo bianco e la ancestrale brutalità degli autoctoni primitivi. Io gli avrei dato pure un voto più che sufficiente, ma la mia costituzionale neutralità (per mck: I born near Zurich) mi ha trattenuto da facili entusiasmi. Ciao Max!

    1. mck
      di mck

      @Maurizio: mo' me lo segno ;-)
      Lo nacqui vicino a Busto Arsizio, vale lo stesso?

    2. munnyedwards
      di munnyedwards

      Ciao Maurizo, ti quoto il discorso sull'ambiguità del concetto di civiltà, il tutto applicato in un contesto storico che per sua natura era già ambiguo di suo.
      Ma la tematica non è nuova, forse è per questo che Zahler ha cercato una forma espositiva piu ricercata e riflessiva...per me è andato fuori giri ma il film alla fine l'ho gradito, anche se in tutta onestà mi aspettavo qualcosina di meglio :)
      Ciao!

    3. maurizio73
      di maurizio73

      Siamo perfettamente d'accordo; anche se la ricercatezza in questo caso è l'esibizione di un gusto cinefilo che non si prende troppo sul serio. @mck: A Mattè, il refuso sull'idioma d'Albione (mannaggia me sò magnato l'ausiliare!) suona cinefilo pure esso: https://www.youtube.com/watch?v=6gzEXgEccLE

    4. mck
      di mck

      A Mauri', ma quale refuso?! "Ma mi faccia il piacere", c'ho Totò nel sangue, io!
      Inizialmente avevo pure scritto "Io lo nacqui", ma poi chissà cos'avresti capito: io io / Io lo... Uno cerca di venirt'incontro ;-))

    5. maurizio73
      di maurizio73

      Dank Mein Professor!...

    6. mck
      di mck

      Servo Vostro.

  6. blualberto1966
    di blualberto1966

    Me ne ha parlato un mio collega ieri sera ed io l'ho intravisto,nel senso che l'ho visto sul web in scarsa qualità,stamane.The gruesome scene dello scotennamento e squartamento del pistolero che ha ucciso 116 indiani è propio raccapricciante. Ho pensato che i cannibali trogloditi l'abbiano fatto per preparare il cadavere ad essere arrostito,aprendo

    1. blualberto1966
      di blualberto1966

      ...forse volevano ripulirlo dalle "interiora" più maleodoranti..l'ampolla,rettale e la parte finale del colon contengono...anche la vescica non è il massimo.L'orrore era già presente nel west,leggere il resoconto scritto degli ufficiali medici sulle mutilazioni inflitte dagli indiani delle pianure ai soldati caduti nel dicembre 1866 nel Massacro del CapitanoFetterman o La battaglia dei 100 uccisi.Mi ha ricordato L'insaziabile,Ravenous,dove guarda caso c'è David Arquette,dove scorre più nobile sangue sulla neve.

    2. munnyedwards
      di munnyedwards

      Grazie del commento, si in effetti la scena dello squartamento è decisamente spinta.
      Un saluto!

    3. karugnin
      di karugnin

      @bluealberto1966: ti consiglio di lasciar perdere le “intravisioni in scarsa qualità”. Ad essere scotennato e squartato non è il “pistolero che ha ucciso 116 indiani” (Mr.Brooder), ma Nick, l’aiuto-sceriffo rapito insieme alla dottoressa e al detenuto.

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