Regia di Joseph Zito vedi scheda film
La guerra del Vietnam è finita, le autorità del luogo affermano con la massima certezza che non ci sono più prigionieri statunitensi nel territorio. Ma l'ostinato e audace colonnello Braddock non è per niente convinto e parte alla ricerca dei 'missing in action' americani.
Rambo (Ted Kotcheff, 1982) aveva spianato la strada, anzi l'autostrada per un nuovo genere: il film di guerra uno-contro-tutti, possibilmente ambientato nel vituperato, infido Vietnam. A un paio di anni di distanza esce così questo Rombo di tuono, noto anche con il titolo originale Usa Missing in action, che consacra definitivamente il personaggio (prima ancora che l'attore, effettivamente non troppo espressivo) Chuck Norris: d'ora in avanti Chuck sullo schermo e nell'immaginario collettivo rivestirà quasi sempre ruoli da bruto difensore dei deboli e degli oppressi di poche parole e tanti fatti, che predilige cazzotti e pallottole a trattative diplomatiche di qualsiasi tipo. A rivedere a distanza di qualche decennio un film simile se ne perde forse il potenziale d'intrattenimento, offuscato almeno in parte dalla ridicola polemica continua nei confronti del Vietnam e dei suoi abitanti, dipinti come violenti, subdoli, sciatti e quanto di peggio: ma gli americani - ovviamente i tronfi eroi positivi della pellicola - non digeriranno l'atroce sconfitta in terra asiatica ancora per parecchio tempo. Joseph Zito, con una sceneggiatura di James Bruner, mette in piedi un discreto congegno a base di azione, azione e ancora azione, nel quale l'introspezione psicologica dei personaggi o la verosimiglianza dei dialoghi non esistono, neppure sono prese in considerazione, a favore piuttosto di sparatorie, esplosioni, battute caustiche, elicotteri che sorvolano la giungla e quant'altro. Il capolavoro lo faranno, come spesso accade, i traduttori italiani che all'uscita del sequel (in effetti prequel) l'anno seguente sceglieranno di dargli come titolo Missing in action (naturalmente l'originale sarà Missing in action II), creando un'assurda confusione gratuita e insensata. 4/10.
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