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Romanzo popolare

Regia di Mario Monicelli vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Romanzo popolare

di axe
8 stelle

L'operaio e sindacalista milanese Giulio Basletti sposa Vincenzina, una ragazza della quale fu padrino; ella è di origine meridionale ed è da poco giunta nel capoluogo lombardo. Benchè la ragazza sia appena maggiorenne, la coppia ha un bambino; qualche tempo dopo, nel corso di scontri successivi ad una manifestazione di operai, Armetta, collega ed amico di Giulio, ferisce un poliziotto, Giovanni, il quale, a seguito di indagini personali, entra in contatto con il sindacalista, la sua famiglia ed i suoi amici ... e s'innamora di Vincenzina. Durante un periodo di assenza di Giulio, lei lo tradisce. Il marito, scoperta la tresca, prova in ogni modo a porle fine, anche affrontando Giovanni faccia a faccia. Ma ciò non lo porta a "riavere" Vincenzina. Mario Monicelli dirige un film il quale, tra dramma e commedia, racconta la società italiana degli anni '70. I connotati ed i mali del Nord e del Sud, le tensioni tra uomo e donna; il lento esaurirsi di alcune dinamiche, l'affermarsi di altre. Giulio Basletti, uomo di fabbrica, dedito a tutto tondo al mondo del lavoro, considera la giovanissima Vincenzina non come una moglie, bensì come una figlia. Ne favorisce la permanenza nell'appartamento del grande palazzo ove vivono, affinchè curi il bambino e la casa, limitando le frequentazioni esterne al microcosmo condominiale, nel quale la coppia è ben inserita. Vincenzina, non avendo altra possibilità, ne' prospettive, si adegua; ma il rapporto con Giovanni sconvolge la ruotine. Il poliziotto, dopo la conoscenza in circostanze burrascose, allaccia con Giulio un buon rapporto. I due sono uniti dalla fede calcistica. Giovanni non resiste alla fresca bellezza della giovane Vincenzina, se ne innamora e vuole farla sua, incurante della condizione - e ruolo - di moglie e madre. Dunque fa in mondo di dividere la coppia, rendendo inevitabile il confronto con Giulio, tormentato non solo dall'idea di perdere la donna, ma anche dalle conseguenze sociali che ciò comporta; discredito, derisione, pettegolezzi alle spalle, perdita di autorevolezza nell'ambiente di lavoro. La sua insicurezza è aumentata dalla consapevolezza della differenza di età, sia con la moglie, sia con Govanni; sa di non poter competere, fisicamente. Si sottopone a trattamenti estetici nella vana speranza di poter riguadagnare punti. Vincenzina, evidentemente attratta da Giovanni, ma convinta di poter rimanere con Giulio, fa inutilmente appello alla vantata modernità del modo di pensare del marito, in netto contrasto, secondo il milanese, con la chiusa mentalità meridionale. Giunge dunque il momento dello scontro tra i due rivali; ognuno accampa diritti sulla giovane donna. Giulio la vorrebbe per sè in qualità di legittimo marito e padre del figlio comune; Giovanni la reclama in nome dell'amore. Vincenzina non è di nessuno; udito nascostamente il concitato dialogo e stanca di essere considerata oggetto di un possesso, si allontana con il figlio, rifacendosi una vita come madre single, avendo successo nel mondo del lavoro, e rapportandosi con gli uomini da pari a pari. Mentre Giovanni si lascia tutto alle spalle, facendo famiglia con un'altra donna, Giulio va in pensione continuando a vivere nel suo piccolo mondo di ex-colleghi e facendo il padre a tempo perso, non perdendo tuttavia la speranza di poter tornare a vivere con Vincenzina. Il regista lascia intendere che, se accadrà, i rapporti di forza interni alla coppia saranno invertiti. L'espressività esplosiva di Ugo Tognazzi (Giulio) è complementare all'intelligente remissività di Vincenzina, intepretata da Ornella Muti. Un ancor giovane Michele Placido è Giovanni. Toni da commedia s'accompagnano alla drammaticità di alcuni momenti ed ad un'amarezza di fondo; Mario Monicelli racconta con il suo consueto spirito critico le contraddizioni di una società italiana in pieno cambiamento; parla di un settentrione lanciato disordinatamente sulla via della modernità, nel quale vivono personaggi autoreferenziali ed ipocriti; racconta di un meridione che avanza più lentamente, tra terremoti, raccomandazioni e spreco di denaro pubblico. Alcuni sanno adattarsi al mutare dei tempi; altri no, ed anzi ne rimangono travolti. Ottimo film, sotto ogni aspetto.

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