Regia di Brian Knappenberger vedi scheda film
Mi permetto di scomodare il buon vecchio Adam Smith, ed in particolare il suo paradosso dell'acqua e del diamante: così come l'acqua ha un altissimo valore d'uso ma nessun valore di scambio, così questa pellicola può non avere alcun valore di scambio (estetico), ma ha indubbiamente un altissimo valore d'uso (educativo, informativo). In particolare, la visione di questo documentario dovrebbe essere doverosa per chi usa pesantemente internet, e soprattutto i social network. Il web può essere considerato un linguaggio, e come tale viene appreso, intuendo il valore delle parole, ma spesso ignorando il processo che ha generato il significato (e il significante). Il film in oggetto risponde a domande che molto spesso non ci si è mai poste, svela meccanismi (almeno per chi scrive) insospettabili, dà un senso ad alcuni fenomeni virali, come i meme, che fanno cultura ed hanno il carattere dell'ubiquità.
Al di là della questione "pratica", la pellicola apre scenari sconfinati, che meritano penne di ben altro spessore. Mi si conceda almeno di toccare alcuni tra gli innumerevoli interrogativi che è lecito porsi.
Quale futuro ed efficacia può avere un movimento che basa la comunicazione tra gli aderenti e gli interventi principali su uno strumento sostanzialmente controllato dal "nemico"?
Quali sono le deviazioni e le infiltrazioni possibili in un gruppo fondato sull'anonimato che notoriamente incoraggia, nei soggetti problematici, la messa in atto delle pulsioni più incontrollabili?
Resta il fatto che questo fenomeno potrebbe essere una delle poche, se non l'unica arma efficace contro un potere che in futuro potrebbe tentare di trasformare in realtà la visione distopica dei film più pessimistici.
O sta già accadendo?
Questo documentario narra la genesi di Anonymous, un collettivo di hackers diffuso in tutto il mondo che ha organizzato attività di protesta sia online che offline, in particolare contro l'abuso dei diritti di copyright, la brutalità della polizia, chi cerca di soffocare la libertà di espressione, ed in generale contro i governi che hanno un atteggiamento insofferente nei confronti del dissenso.
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