Regia di Joseph Losey vedi scheda film
Se paragonato con capolavori come “Il servo”, “L’incidente” o “Monsieur Kline” questo film corre il rischio di essere catalogato tra le opere minori di Losey. Tuttavia, pur non essendo un grande film, “Una romantica donna inglese” ha i suoi motivi di interesse e racchiude in sé tematiche e stile di regia tipiche di questo autore che, ricordiamolo, americano di adozione fu costretto ad emigrare in Inghilterra a causa della famigerata “caccia alle streghe”. Quindi pur essendo americano è riuscito a dare alle sue creazioni un’ impronta puramente britannica. In questo film, pur non essendoci la mano dello scrittore Harold Pinter ,vi sono tuttavia quelle situazioni che hanno contraddistinto altri titoli realizzati con la sua collaborazione (è il caso dei primi due citati). Anche qui vi è la figura dell’ intruso” che, tramite l’inganno, entra in un nucleo familiare creando scoinvolgimenti. A differenza però de “Il servo”, dove il maggiordomo impersonato da Dirk Bogarde si pone sin dall’inizio il proposito di frantumare la (apparente) tranquillità domestica, qui il trafficante di droga – finto poeta – Helmut Berger si rifugia dentro la casa dello scrittore Michael Caine principalmente per sfuggire ai suoi “datori di lavoro” e non tanto per fare sua la moglie Glenda Jackson. Si è vero che alla fine fuggirà con lei ma, resosi ormai conto di non avere più scampo, preferirà avvertire il marito dicendogli di venirsela a riprendere. L’unità familiare resta salva: resterà da vedere se la si è voluta salvare per amore o piuttosto per abitudine o necessità. Sulla regia di Losey ovviamente non si può dire nulla e lo stesso dicasi degli attori, tutti perfettamente calati nella parte. Un encomio particolare va ad Helmut Berger, personaggio singolare sia al cinema che nella vita privata, che proprio in quegli anni conobbe il suo momento di gloria prima di andare incontro alla sua “caduta”.
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