Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
La Roma sventrata,violata e usurpata nel cuore dei suoi antichi fasti:il caposaldo che inaugura il neorealismo "vive" nella sua esizialita' di questo,di una citta' che rappresenta per il suo popolo una roccaforte,un ventre materno in grado di proteggerti da qualunque cosa.Ma l'orrore di una sporca guerra travalica ogni amore autentico,anche quello tra Pina e Francesco, trafitto da un infame raffica di mitra,inginocchiando una citta' potente nella sua millenarita'.Il prologo della mia "analisi" è il nocciolo minimo di un epopea struggente definita "film utile" da Rossellini ma che sarebbe lecito definire storico per l'enorme importanza che ha portato nel cinema italiano.Aldila' dei contenuti etici sviluppati nell'intera vicenda è interessante denotare la scelta di due grandi attori: Aldo Fabrizi e Anna Magnani,la metafora della Roma popolare,un pezzo antropologico della citta' eterna che vive in simbiosi interscambiabile.Don Pietro e Pina sono i figli autentici della Roma martoriata ,icone stampate nella visione storicista nostra e di Rossellini.La Roma "rosselliniana" è quella autentica nel martiro e nel dolore cucito addosso ai personaggi,vissuto con la speranza e la dignita' di un domani migliore.Ma oltre a Roma c'è un altro protagonista: la guerra, un "gioco" sporco che inghiotte una citta' con i suoi figli: uomini,donne e bambini che non sono piu' innocenti,il loro "gioco" è quello degli "eroi" contro gli aguzzini nazisti.I bambini "neorealisti" nascono nella Roma "di Rossellini" quella APERTA al massacro gratuito,fanciulli che rivedremo un anno dopo nello splendido "Sciuscia'" di De Sica.Le vis di questi apologici personaggi (soprav)vivono in una storia memorabile nella sua tragicita',un film "del cuore" per il popolo e il cinema italiano.Un "documentario" ripreso dal vivo,tra le macerie traspiranti il dolore di un dramma che aprira' un filone leggendario: "il neorealismo" ovvero le realta' e le sofferenze entrano nel cinema che dopo non sara' piu' svago ma anche materia di riflessione.Il genere neorealista sara' il precursore poi di altri film epici come "Paisa'",o "Ladri di biciclette" pellicole di enorme importanza,un patrimonio di enorme valore per il contenuto etico e poetico,ma anche oggetto di critiche di "benpensanti" ritenenti il neorealismo "lesivo" nei confronti dell'Italia agli occhi del mondo,errore grave se si considera che film cosi' hanno segnato la rinascita del nostro cinema dopo la guerra.Il merito va sopratutto al maestro Rossellini,alla sua saggia regia,non artistica,ma pregna di realismo ed emotivita' che si iniettano nello spettatore in tutta la propria profondita'.Un film che ho ammirato(e amato) dal primo momento,nelle inquadrature,nei passaggi,in dialoghi che sono la voce dell'Italiano eroico e dignitoso,abitante di una nazione povera e indifesa che si esprime nei gesti di Don Pietro,del partigiano Manfredi,della verace Pina,antenati degli eroi italici della "Grande Guerra"o del "Generale della Rovere".Martiri di un ideologia "superiore" e atroce : il nazismo,reso dal regista un dogma nefasto legato agli immancabili collaborazionisti della camicia nera (e non solo).Ma Don Pietro su tutti è un uomo di fede che crede nella salvezza dell'animo attraverso la dignita' e il martirio.Il finale è una lezione di etica ed eroismo,un eroismo tragico rimasto scolpito nella memoria.L'atto finale del film è la sublimazione di una citta' antica (e una nazione) che vivranno per sempre sull'onda del martirio di uomini "comuni".......
Inaugura un filone storico: "il neorealismo",una regia epistolare,che vive nel dramma autentico,grandioso nell'imprimere autenticita' a questo racconto.....Superlativo.
Incarna magnificamente il "ventre materno" di una Roma lacerata nell'animo,un personaggio rimasto nella memoria....Grandiosa.
Maestoso,un romano antropologico.Un sacerdote eroico,"il padre" di tutti gli eroi del grande schermo italico.....Magnifico.
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