Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Il film che segnò la svolta autoriale di Rossellini e la svolta del cinema italiano verso il Neorealismo, inteso come nuovo movimento estetico che avrebbe rivoluzionato la scena del cinema mondiale (e in effetti lo fece, e le sue influenze furono fortissime, anche se come movimento fu di breve durata). E' un film dalla drammaturgia tutt'altro che improvvisata, che attraverso una struttura corale e alcune vicende individuali particolarmente significative, espone con passione civile e morale l'azione della Resistenza italiana, i suoi sacrifici e le sue conquiste. Nel cast spiccano Anna Magnani nel suo ruolo più archetipico e un Fabrizi in chiave insolitamente drammatica, entrambi eccellenti. Molte le scene memorabili, come l'uccisione della sora Pina e quella finale di don Pietro con i bambini che si avviano verso la Roma del futuro. Un classico del cinema che non avrebbe senso mettere in discussione, tranne forse per qualche particolare come la rappresentazione dei nazisti che tende un pò troppo allo stereotipo della malvagità, oppure alcune scene che riguardano Marina Mari, interpretata da Maria Michi, che fa la spia ai nazisti per ottenere della droga, entra in un rapporto di sudditanza psicologica di sapore lesbico con l'agente della Gestapo Ingrid e denuncia il compagno Manfredi, esponendolo alle torture e poi alla morte. Tuttavia, la presenza di questi difetti non può davvero inficiare l'enorme valore di un film che fu definito come uno spartiacque da Otto Preminger, ed ebbe un forte influsso sul cinema realista del dopoguerra in tutto il mondo.
Voto 10/10
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