Regia di Alan J. Pakula vedi scheda film
Il mito della frontiera ha un nuovo nemico:il capitalismo.Questo film di Pakula canta il crespuscolo del western,la frontiera che crolla sotto la spinta capitalistica,i cowboys e le loro mandrie sotto il ricatto delle banche.E in più si affaccia un nuovo modo di arricchirsi molto velocemente e senza rischi:il petrolio.La storia è quella di Ella rimasta sola aiutata da un vecchio cowboy(il sempre grande Farnsworth) che non vuole cedere alle mire espansioniste del suo vicino Ewing.In questo è aiutato da Frank,anche lui proprietario terriero ferito da uno degli uomini di Ewing che lui a sua volta ha ucciso.La Seconda Guerra mondiale sta ormai finendo,la vita quotidiana è un rincorrere continuo,tutti i personaggi nascondono fantasmi nel proprio passato che condizionano il presente.E quando sembra tutto risolto la tragedia si affaccerà nelle vite di tutti.Quello che convince di più in questo film è l'accurato disegno psicologico dei personaggi che hanno tutti comunque qualcosa da nascondere e che cercano di costruirsi un futuro migliore.E'un western autunnale in cui Pakula usa spesso campi lunghi quasi per dare respiro epico a una natura ancora incontaminata fatta di boschi inviolati e di praterie che si perdono a vista d'occhio,quasi pessimista nel suo descrivere senza tanti orpelli la dura via del mandriano,che quasi testimonia la caduta della figura dell'eroe del west che caratterizza tante pellicole di questo genere.Ormai non è più tempo di eroi.Jane Fonda cesella un personaggio da ricordare,che concede poco o nulla della sua bellezza sempre in abiti maschili,capelli legati e senza trucco lasciando in bella mostra gli incipienti segni del passare del tempo.Anzi no,un momento di felicità c'è:quello del ballo,la quiete prima della tempesta,del duello finale con Ewing.Qui Ella/Jane è con un vestito femminile,camicetta e gonna,capelli sciolti ,truccata e sorridente e così Frank/James.Caan incarna l'antieroe solitario,Robards nella parte di Ewing è quasi mefistofelico nella sua furia distruttrice mentre a Farnsworth si deve la scena più commovente del film:il suo abbandono alla vita in sella a un cavallo(su cui monta con l'ausilio di una sedia) lontano da tutti.Poi il fuoco che tutto distrugge ma si può sempre ricostruire.Insieme.Ora Ella e Frank hanno un futuro in cui sperare....
grandissima prova lontana dal suo essere diva
ottimo
un cattivo quasi mefistofelico
ottima regia.Un grande film
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