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Rollerball

Regia di Norman Jewison vedi scheda film

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La recensione su Rollerball

di SamP21
7 stelle

Dal racconto Roller Ball Murders, William Harrison e Norman Jewison portano sullo schermo questo cult sportivo-distopico, non privo di difetti, ma dall’innegabile fascino, anche grazie ad un malinconico James Caan.

 

La trama in breve

Siamo nel 2018, un gioco assai violento, il Rollerball per l’appunto, è divenuto non solo uno degli intrattenimenti favoriti dagli spettatori di tutto il mondo, ma ha anche preso il posto di ogni forma di conflitto a livello globale, sostituendo lo scontro armato con quello sulla pista. Jonathan E. (James Caan) è il campione di una delle squadre più importanti, gli Houston, sponsorizzati dalla potente Energy Corporation che ha sede nella metropoli. Dopo una onorata carriera e un incredibile successo, gli verrà proposto dal presidente della società un posto dirigenziale ma gli verrà intimato di ritirarsi; il protagonista, non comprendendo la decisione, rifiuterà. A questo punto la Corporazione cercherà di eliminarlo dentro e fuori dal campo.

 

Finisce l’Estate e con essa anche il nostro approfondimento sullo Sport, siamo stati in Oriente e in Occidente, giocando a Ping-pongsu una macchina in corsaprendendo pugni, cercando la gloria e ancora abbiamo assistito al dramma di una delle pattinatrici più forti della storia americana e per finire, negli anni Ottanta, abbiamo visto il drastico cambiamento del calcio italiano. Chiudiamo questo approfondimento con un un film-Cult che unisce sci-fi e sport.

 

Il cinema fantascientifico anni Settanta si è completamente basato su storie distopiche, si pensi alla saga di Il pianeta delle scimmie, ma tanti sono gli esempi che si potrebbero fare e questo Rollerball ne segue le orme, ipotizzando un futuro (che è il nostro presente) dove non ci sono più guerre, povertà e malattia, ma solo un unico grande Stato al potere delle vite di tutti. È interessante vedere il ruolo di questo sport violentissimo, l’unico momento di violenza di questa futuribile società; i protagonisti sono dei moderni gladiatori che espiano le pene di e per tutti, c’è poi l’aspetto di uno sport collettivo in cui nessuno deve emergere e allora, essendo il film americano, c’è anche l’interessa verso una negazione della ricerca della felicità individuale che invece è alla base della vita americana.

 

Questo Rollerball, sport violentissimo, se vogliamo anticipa di quarant’anni la saga di La notte del Giudizio, film in cui si paventa un futuro in cui il crimine è stato debellato ed esiste solo un giorno in cui si può, legalmente, dare sfogo ai propri impulsi violenti; il Rollerball: unione di hockey, motociclette, palla a mano, è il predecessore di questa idea.

 

Il film si trova in quella fase di transizione del genere sci-fi, in cui autori e registi cercano di non emulare del tutto l’insuperabile capolavoro di Kubrick, 2001: Odissea nello Spazio, cercando invece, attraverso il genere, una chiave politico-sociologica, senza avere le capacità di emulare il maestro; ma il genere a breve sarà paralizzato e portato verso una nuova dimensione da due insuperabili capostipiti diretti da Ridley Scott: Alien, nel versante Horror e Blade Runner in senso totale.

 

Rollerball è un tipico film anni Settanta, per la sua grana, per la fotografia finissima, non è esente da difetti; alcuni dialoghi e soprattutto una lentezza di fondo potrebbero allontanare molti spettatori moderni, ma il film, soprattutto nel match finale, e in alcune scene incredibilmente attuali e politiche, riesce ad ergersi come cult da vedere e riscoprire ancora oggi. La partita finale, seguendo l’escalation del film, è brutale, violentissima, come è violentissima e folgorante la scena in cui alcuni dirigenti incendiano per gioco una foresta con una pistola-lanciafiamme; in queste scene risiede la grandezza del film, che si fa così parabola politica di grande spessore.

 

Non un capolavoro del genere, ma è comunque un film a suo modo importante e piacevole, come detto è anche incredibilmente attuale, pur riprendendo molte dinamiche già presenti in altri film; la riflessione sullo sport però è singolare e può essere fonte di molti spunti anche rispetto all’oggi e allo sport in generale.

 

Non si può non spendere qualche parola sul regista, Norman Jewison, che non è un semplice mestierante, ma un regista dotato di talento, che per almeno cinque decenni ci ha regalato film di grande interesse, quasi sempre politicamente rilevanti; del resto è il regista di quel capolavoro insuperato, che ancora oggi regge benissimo ed è di un’attualità disarmante, che risponde al titolo di La calda notte dell’ispettore Tibbs.

 

Con Rollberball, come detto, concludiamo questo approfondimento che ci ha portati ad indagare e riflettere sul complesso rapporto che vi è tra Sport e Cinema; sei film degni di essere visti e compresi, sei film diversi, ma che pensiamo diano un preciso riferimento per chi voglia approfondire il suddetto rapporto.

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