Regia di Norman Jewison vedi scheda film
Norman Jewison si era stufato presto di essere considerato un regista di (buone) commedie e alla fine degli anni '60 cominciò a virare verso altri generi: il crime (In the heat of the night, 1967), il musical pregno dell'atmosfera di protesta del tempo (Jesus Christ Superstar, 1973) e fantascienza distopica: appunto Rolleraball (1975).
Siamo in un futuro 2018 e il mondo non è più diviso in nazioni. Un'unica bandiera sventola dappertutto: quella delle Corporazioni, la struttura politica che governa il Globo e ha creato una società dove guerra e povertà non esistono più. Un gioco unisce nello svago la popolazione e le permette ancora una condizione controllata di antagonismo: il Rollerball; un gioco dove la spettacolarità si unisce alla violenza, essendo un gioco fisico che prevede impatti traumatici, anche con l'utilizzo di motociclette, all'interno di una pista circolare dove i giocatori delle due squadre si muovono su pattini a rotelle nel tentativo di segnare un gol con una palla d'acciaio, indossando caratteristici guanti ricoperti di punte di metallo.
In un gioce come il Rollerball, è necessaria una visione di insieme mista ad una tattica ben organizzata di tutti e 12 i componenti del team per superare gli avversari che ricorreranno a qualsiasi espediente pur di non permettere di segnare un punto. Non c'è posto per gli individualismi, perché un giocatore da solo non riuscirebbe mai a vincere la partita né a sopravvivere a lungo.A meno che non nasca uno come Jonathan E, che sovverte completamente i principi su cui il gioco si basa …
Lo scrittore americano William Harrison, dal cui racconto fu tratta l'idea del film, aveva raccontato alla sua maniera il sempre feroce dualismo tra individualismo e collettivismo.
Jewison ne sposa la morale e sceglie pezzi classici (da Bach ad Albinoni a Shostakovich) per la colonna sonora, proprio a sottolineare che il film rappresenta una storia senza tempo. Molti silenzi prolungati ed immagini evocative tentano di rappresentare le atmosfere e le pulsioni di una società trasversalmente benestante ma annoiata, che cerca trasgressioni surrogate (il Rollerball), o - per i più fortunati - in prima persona (distruggere gli alberi di un bosco).
Ogni gara di Rollerball è inoltre rappresentata e interpretata in maniera molto realistica: la spettacolarità del film sta proprio nel cercare di mostrare vere partite, con gli attori (e i loro stunt-men) che si esibiscono in complesse performance atletiche.
Il pubblico al tempo gradì così tanto le sequenze di gioco che Jewison fu contattato più volte da diversi promoters che gli chiedevano i “diritti” per poter formare una vera Lega del Rollerball, mandando in crisi il Regista che, quando aveva mostrato scene anche molto violente, lo aveva fatto con lo scopo di stigmatizzarle.
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