Regia di Norman Jewison vedi scheda film
"Rollelball" (parlo ovviamente del film che Norman Jewison girò nel 1975, non dell'inguardabile, roboante e vuoto rifacimeto realizzato da John McTiernan nel 2002 e in parte manomsso dalla produzione) è un film di fantascienza fatto primariamente per portare soldi al botteghino, ma come spessa accadeva in quegli anni col cinema di genere destinato al successo , è al tempo stesso una di quelle opere che fornisce anche la possibilità di un'inquietante lettura parallela tutta politica (ed è soprattutto questo aspetto che lo rende ancora oggi - e forse ancor di più di allora - l'interssante metafora di un degrado voyeristico che internet ha reso non solo più evidente, ma anche molto più preoccupante.
Nel film (e nella rappresentazione virulenta che fa della violenza) c'è dentro infatti (ben definita) l'immagine di un "delitto di Stato", qui pepetrato dal sistema corporativo delle sue componenti direttive, in occasione delle annuali Olimpiadi della morte, singolarmente organizzate - almeno così si pubblicizzano -per scopi "sociali".
Si tratta in pratica invece dell'ultimo gradino di un degrado morale che investe questa nostra perversa "società del benessere" chiusa nel proprio egoismo che ha bisogno di forti emozioni per sentirsi ancora viva, come viene molto ben esplicato da questo trucido gioco dove la distruzione dell'uomo, ormai ridotto a livello vegetale (la simbolioca "lobotomia" dei loro cervelli è una tangtibile realta) procede di pari passo con la distruzione della natura ( vedi le scene in cui alberi secolari vengono incendiati - ancora per gioco - con pistole al napalm).
Si può dire allora che in "Rollerball" la ludicità dell'intrattenimento (o presunto tale) che tiene incollate le folle interessate solo a individuare ed eleggere il loro eroe, si identifica e si confonde proprio con la morte , con il delitto ormai considerato una sana e indispensabile evasione in una società diventata troppo repressiva e vuota che ha bisogno di quei "combattimenti all'ultimo sangue" per sopravvivere (anche alle sue stesse contraddizioni): in questo caso, anche alla rivolta oppositiva del campione più celebrato di questo sport estremo, ormai trasformato in una belva disposta davvero a tutto pur di evitare la sua emarginazione sociale a causa di una sua possibile esclusione da quel gioco mortale per il conflitto che si è venuto a creato (e che sembra insanabile) fra lui e gli alti dirigenti della manifestazione.
Se vogliamo dunque, al di là dell'intrattenimento (la pellicola è ancora molto godibile) può essere letta come un preciso e circostanziato atto d'accusa alla violenza istituzionale, poichè al di là della spettacolarizzazione dei brutali incontri di rollerball (uno sport che mischia il football americano con l'hochey, il patinaggio a rotelle ed il motociclismo) offre anche l'immagine obiettiva di una inevitabile sconfitta, se l'unica possibile resistenza viene portata avanti soltanto da un'azione di lotta individuale che non raccoglie proseliti (e quindi destinata gia in parttenza al fallimento).
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