Espandi menu
cerca
Allacciate le cinture

Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film

Recensioni

L'autore

maurizio73

maurizio73

Iscritto dal 25 giugno 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 84
  • Post 4
  • Recensioni 891
  • Playlist 1
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Allacciate le cinture

di maurizio73
3 stelle

Elena, giovane e bella cameriera, non ostante le iniziali incompatibilità caratteriali si innamora, ricambiata ,di Antonio, già ragazzo di una sua collega e amica, un rude e prestante meccanico che non si cura di celare la sua aggressività ed i suoi insopprimibili pregiudizi razziali e sessuali. Passano gli anni; Elena ha avviato un'attività in proprio con l'amico e collega di sempre, un giovane e brillante ragazzo gay, ed è sposata con Antonio da cui ha avuto due figli. Tutto sembra procedere per il meglio, non ostante la crisi economica ed i dissidi con un marito fedifrago, quando le piomba tra capo e collo una infausta diagnosi medica. Lotterà con tutte le sue forze contro la malattia, anche grazie al sostegno di un marito che le rimane vicino e con cui rinverdisce una antica complicità fisica e sentimentale.

 

locandina

Allacciate le cinture (2014): locandina

 

Dalle location assolate della Puglia e grazie al sostanzioso intervento produttivo pubblico di RAI Cinema e della Apulia Film Commission, parte questo ennesimo spottone promozional turistico del turco,naturalizzato italiano, Ferzan Optzetek sulle ammiccanti attrattive di un paesaggio meridionale fatto di affascinati borghi medievali, movida alle cime di rapa e candide spiagge dalle incontaminate acque turchesi e che inquadra il solito campionario di accordi,disaccordi & pregiudizi sulla falsariga di una variopinta comunità televisiva in trasferta sul grande schermo e di una velleitaria (e un pò ridicola) pretesa di coniugare il tono brillante della commedia sentimentale, quello più riflessivo del melodramma familiare (?) con le ricadute posticcie di una edulcorata analisi sociale. Regista di affollate commediole sulle multiformi sfaccettature di una finta modernità nostrana (uno dice: sarà perchè è straniero e non avrà capito), imbastisce una inutile teoria di avvolgenti piano sequenza e refrain melodrammatici con lo scopo di convincerci che l'amore supera i pregiudizi (quelli del bruto macho e omofobo di Antonio e quelli culturali e sociali della bella Elena) e che magari riesce a sconfiggere pure la morte e la malattia, senza curarsi minimamente tanto della credibilità psicologica dei personaggi (si passa dall'odio all'amore attraverso un incomprensibile rivolgimento ormonale di una cameriera in preda alle fregole e sensibile alle debolezze da sindrome dislessica; come si dice: chi disprezza compra) quanto di una coerenza narrativa che ci teletrasporta, per i prodigi di un presumibile errore del montaggio, dalle irritanti schermaglie della prima parte alle stucchevoli evoluzioni sentimentali e relazionali della seconda. Sullo sfondo posticcio di questa pretestuosa fiction televisiva, finiscono quindi per accumularsi una teoria infinita di luoghi comuni e di banalità narrative che appiattiscono le prospettive e mortificano l'intelligenza, provocando ilarità e sbadigli e, talvolta, il sussulto divertito di qualche apprezzabile intervento del teatrante di turno (Elena Sofia Ricci e Luisa Ranieri), ma nulla più. Peccato per la bella canzone di Cocciante (nella versione del grande Rino Gaetano) utilizzata per imbellettare un finale che fa confusione tra scene alla 'Ghost', loop temporali e nostalgia canaglia. Manco a dirlo: ottimo riscontro al box office, David di Donatello (nomination) e Nastri d'argento (premi) come se piovesse. Allacciate le cinture, anche perchè l'air bag può esplodervi in faccia.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati