Regia di Louise Archambault vedi scheda film
Gabrielle (il personaggio, ma anche l'attrice Marion-Rivard) è una ragazza affetta da sindrome di Williams (caratterizzata da ritardo mentale associato a un'intensa socievolezza e a caratteristiche anatomiche peculiari), che canta in un coro del quale fa parte anche Martin (Landry). I due si innamorano: la madre di lui (Gignac) non vuole saperne; la sorella di lei (Désormeaux-Poulin) difende a spada tratta il diritto dei disabili all'amore e alla sessualità. Costretti alla separazione, i due si ritroveranno in occasione di una kermesse musicale durante la quale il coro otterrà un grande successo di pubblico.
Storie di amori impossibili, anche declinate secondo il registro dell'handicap (Freaks, Antonio + Silvana = 2), non sono certo una novità: da Tristano e Isotta fino a Romeo e Giulietta, l'archetipo della famiglia come agente detrattore dell'amore è stato sfruttato a ripetizione. Nel film della canadese Louise Archambault l'unica, parzialissima novità è il contesto canoro che fa da sfondo alla vicenda e il cast, formato in parte da disabili di sorprendente naturalezza (ma Alexandre Landry, l'attore che impersona Martin, è un professionista capace di recitare con impressionante verismo). Ma la ricerca di lirismo a qualsiasi costo è fin troppo evidente e il ruolo centripeto della sorella di Gabrielle e centrifugo della madre di Martin sono tratteggiati con un eccesso di manicheismo.
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