Regia di Nimród Antal vedi scheda film
Nimród Antal è un discendente in minore della tradizione degli ungheresi che hanno rafforzato le fila del cinema di serie B hollywoodiano - da André De Toth a Michael Curtiz - e possiede un tocco scarno ma sempre “giusto”. Infatti, se si esclude Kontroll, nessuno dei suoi film realizzati negli Usa brilla di particolare originalità, eppure funzionano tutti: merito di un’energia non banale e di un’icastica capacità di sintesi. Metallica - Through the Never evidenzia benissimo la sua capacità di muoversi fra storie risapute, iniettandovi il gusto per la composizione, la violenza e un montaggio rapido. Come dire che i fra i dinosauri del thrash metal e Antal, il vero punk è l’ungherese. Se la struttura del concerto intervallata da siparietti narrativi rimanda ai classici del genere (dai Pink Floyd ai Led Zeppelin), convince il ritmo sincopato che Antal imprime al girovagare carpenteriano di Dane DeHaan, che inevitabilmente richiama, in maniera non banale, Fuga da New York. Senza mai cedere alle convenzioni del videoclip, Antal picchia duro con la violenza (manco fosse un Castellari dei bei tempi) e restituisce ai Metallica una credibilità persa a colpi di dischi mediocri. E se il possente Robert Trujillo sembra un incrocio fra Jonah Lomu e Godzilla, Lars Ulrich pare un Gigi D’Alessio invecchiato male. Fidatevi: se i Metallica non sono mai sembrati così vitali da molti anni a questa parte, il merito è proprio di Nimród Antal.
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