Regia di Roberto Rossellini, Jean-Luc Godard, Pier Paolo Pasolini, Ugo Gregoretti vedi scheda film
Quattro registi massimi del loro tempo, e non solo. Quattro episodi che raccontano l’uomo e il suo essere il quel tempo, e non solo. Una pellicola che già dal titolo diventa epica, irripetibile, talmente unica nel suo genere che riuscire a cavarne fuori una recensione diventa compito assai arduo.
Ro.ssellini – Illibatezza: Anna Maria è una ragazza composta, semplice, fedele al suo bruttino fidanzato che vede poco, compensa così la sua assenza scambiandosi con lui video che li riprendono nella quotidianità. Un turista si invaghisce di lei e la perseguita insistentemente costringendola a trasformarsi in una donna frivola. Partendo da un luogo comune, che si può trasformare in un'equazione: ragazza semplice:brava ragazza=ragazza appariscente:ragazza frivola, Rossellini imbastisce un episodio in cui mette in mostra solo i protagonisti, trascura tutti gli elementi di contorno, compresa Bangkok palesemente rappresentata su uno sfondo statico, e ci racconta, bene, un episodio facilmente assimilabile e generatore di qualche risatina.
Go.dard – Il nuovo mondo: lui e Alexandra si amano e tutto va bene finché un esplosione 120.000 metri sopra Parigi, dove vivono, trasforma Alexandra in una donna fredda e disinnamorata. Almeno questo è quello che si racconta lui, incapace di prendersi le proprie responsabilità relative al suo rapporto che va a rotoli. Un episodio cupo e pesante, complicato che non si lascia leggere facilmente, l’identificazione è frammentaria e complessa, Godard sperimenta e noi lo paghiamo a caro prezzo.
Pa.solini – La ricotta: Pasolini gira un film su un film che parla della Bibbia raccontandoci una parabola, quella di Stracci, comparsa sottopagata e affamata, che regala sempre il cestino del pranzo destinato alla troupe alla sua famiglia, che conquista una ricotta per sfamarsi, nel contempo i colleghi gli offrono un pranzo abbondante e lui si abbuffa fino a morire di indigestione. Così la passione che sarebbe dovuta essere di Cristo diventa la sua mentre Orson Welles, nei panni del regista senza sorriso, gli rimprovera una pietà mista a disprezzo.
G.regoretti – Il pollo ruspante: meglio non poteva essere rappresentato il ritratto dell’uomo consumatore, il borghese piccolo che si crogiola nell’acquisto dell’ultima auto in commercio, della televisione nuova, della casa, che si barcamena tra mutui e prestiti pur di non farsi mancare nulla di ciò che i produttori gli propinano e Ugo Tognazzi è a dir poco perfetto in questo ruolo, sapere poi che il figlio è interpretato dal piccolo Ricky, è una chicca da maestro. L’idea di raccontare l’episodio attraverso i due punti di vista, quelli del consumatore (il pollo ruspante) e quelli del produttore (lo spiedo) è stupenda, coinvolgente, e rende quello di Gregoretti l’episodio più fluido dei quattro.
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