Regia di Mirko Locatelli vedi scheda film
FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA - CONCORSO
Due estranei, appunto, come suggerisce il titolo: un padre salito al Nord per cercare di salvare il suo ultimogenito neonato, affetto da un tumore al cervello; e poco lontano un immigrato, rifugiato come tanti nel nostro paese dopo i disordini della primavera araba: al capezzale di un coetaneo pure lui gravemente ammalato. Un ospedale asettico, freddo e severo, ma che tuttavia rappresenta ancora l'unica speranza all'orizzonte, che li tiene vicini come due animali diffidenti ed ostili,che si studiano a vicenda: uno, il giovane clandestino, si offre di aiutarlo, di scambiare due parole o gentilezze da commercializzare con un gesto se non di amicizia, almeno di contegnosa tolleranza: che tuttavia stenta ad arrivare, perché Antonio ha patito molto dalla vita e la sua diffidenza è quella dell'animale ferito che lotta per restare vivo e per difendere la propria discendenza dagli attacchi ostili del mondo circostante. Ma "i corpi estranei" è anche o soprattutto un film sull'impotenza di un uomo di trovare una soluzione che possa ridargli sano e salvo il proprio figlio, una riflessione lucida senza inutili piagnistei sull'indiscriminata ineluttabilità del caso che a volte ti dà una speranza, altre volte te ne priva senza appello. Filippo Timi è più di ogni altra cosa il valore aggiunto di un film comunque spesso toccante, vitale anche se parla di morte o di lotta per scongiurarla. La sua voce potente ma rassegnata, il suo occhio lucido e demoralizzato esprimono alla perfezione la disperazione di un padre solo che lotta con tutte le sue forze, che prega con ingenuo opportuniismo un dio che nemmeno conosce, ma di cui accetta il mistero almeno ora che non ha più nulla da perdere.
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