Il piccolo Pietro ha un tumore al cervello e insieme al solo padre Antonio (Filippo Timi) si trova a Milano, città in cui i due sono emigrati dal sud con la speranza di uno spiraglio di salvezza. Il quindicenne Jaber, invece, nel capoluogo lombardo è arrivato da poco tempo insieme a un gruppo di connazionali in fuga da un Nord Africa in agitazione per via delle rivolte della primavera araba. È in ospedale, dove si trova per assistere l'amico fraterno Youssef, che Jaber incontra per la prima volta Antonio, che come lui è un'anima sola e impaurita alle prese con il dolore e la precarietà.
Approfondimento
I CORPI ESTRANEI: L'INCONTRO TRA DUE ANIME SOLE
Diretto da Mirko Locatelli e scritto dallo stesso regista in coppia con Giuditta Tarantelli, I corpi estranei racconta l'incontro tra due anime sole e impaurite che, alle prese con il dolore della malattia, si conoscono nell'ospedale in cui sono costretti a sostare. Protagonisti del film sono Filippo Timi e l'esordiente Jaouher Brahime, nei panni rispettivamente di Antonio (arrivato a Milano per curare il piccolo figlio) e di Jaber (adolescente nordafricano sfuggito agli scontri della primavera araba). Alla sua opera seconda, così Mirko Locatelli descrive I corpi estranei in occasione della sua presentazione in concorso al Festival di Roma 2013: «Come raccontare la malattia di un bambino e il dolore di un padre? Con quali immagini? Ecco le prime domande che mi sono posto scrivendo I corpi estranei, come sempre insieme a mia moglie Giuditta Tarantelli, co-sceneggiatrice e co-produttrice dei miei film. Siamo voluti partire da due parole chiave: dignità e pudore. La dignità di Antonio, eroe silenzioso, lontano dalla famiglia per proteggere suo figlio; quella di Jaber, poco più che un ragazzino, che si muove quasi sempre nel buio, come fosse a guardia del corpo, ancora vivo, del suo amico Youssef; e quella di tutti gli uomini e le donne che lottano per la sopravvivenza, propria o dei propri cari, nella corsia dell'ospedale come tra i bancali di un mercato notturno. Il pudore, poi: quello che in fase di scrittura avevamo voluto appartenesse ai nostri personaggi, e con cui poi ho voluto raccontarli, come fossero protagonisti di un documentario, per tutelare i loro corpi, i loro sentimenti, i loro rapporti, quando si scrutano, si odiano, si aiutano o stanno fermi ad aspettare nella speranza che qualcosa, attorno a loro, possa cambiare».
Note
Nella dimensione di grigiore dell’anima dell’ospedale, Antonio e Jaber non abitano i luoghi, l’estraneità è il loro unico denominatore comune. Locatelli non insegue l’incontro fra i due; pedina, piuttosto, la loro non appartenenza (all’ambiente, alle comunità, l’uno all’altro). Trovando la via di un realismo asciugato di ogni retorica, anche nel campo minato di un reparto di oncologia pediatrica.
Abbiamo visto La guerra è dichiarata. Abbiamo visto Il padre e lo straniero. Dovevamo vedere I corpi estranei, per tornare sulla terra. Questo film nasce nudo, esattamente come l’Uomo. Ed incerto muove i primi passi dentro quel mistero fastidioso che è il Mondo. Dove ogni cosa sembra atrocemente banale, sfiancante nella sua inequivocabile perentorietà. Gli eventi della… leggi tutto
FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA - CONCORSO Due estranei, appunto, come suggerisce il titolo: un padre salito al Nord per cercare di salvare il suo ultimogenito neonato, affetto da un tumore al cervello; e poco lontano un immigrato, rifugiato come tanti nel nostro paese dopo i disordini della primavera araba: al capezzale di un coetaneo pure lui gravemente ammalato. Un ospedale asettico,… leggi tutto
Occupare gli spazi non con persone, ma con sentimenti, oppressioni, disperazioni, estraneità, passettini di avvicinamento destinati ad inciampare nella incapacità di articolare parole, di organizzare un tentativo di esperanto tra stranieri, l’uno all’altro. Missione non semplice, quella di Mirko Locatelli, tuttavia riuscita con buona tenuta. Un proscenio asfittico quale…
Antonio (Timi) e' il padre di Pietro,un bimbo di appena un anno che e' stato trasferito a Milano per subire una delicata operazione.Durante il ricovero a modo di conoscere Jabet ,un adolescente tunisino,ma i due appartengono a due mondi diversi.Quasi un docu-film su una realta' odierna che tocca un nervo scoperto come la convivenza tra due realta' religiose e di vita che difficilmente riescono…
Abbiamo visto La guerra è dichiarata. Abbiamo visto Il padre e lo straniero. Dovevamo vedere I corpi estranei, per tornare sulla terra. Questo film nasce nudo, esattamente come l’Uomo. Ed incerto muove i primi passi dentro quel mistero fastidioso che è il Mondo. Dove ogni cosa sembra atrocemente banale, sfiancante nella sua inequivocabile perentorietà. Gli eventi della…
Storia intimista, estremamente e terribilmente realistica in cui si inseriscono tematiche che é sempre bene affrontare (la malattia e come affrontarla in tempo di crisi, l'integrazione razziale).
Stile registico scarno ed asciutto, fotografia algida e cupa che ben rende la tensione e l'angoscia costanti, recitazione funzionale alla storia, con una menzione a parte per il giovane…
Antonio è stanco di quella stanchezza fiaccante che solo un’attesa in ospedale può provocare, il suo bimbo piccolissimo è sotto i ferri per un’operazione complessa, lui, umbro a Milano, sta a tanti, troppi chilometri dalla moglie e dagli altri suoi figli. Inganna il tempo con una sigaretta, con un kebab, poi (senza tanta convinzione, come a non lasciare nulla d’intentato), con una…
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