Regia di Andy Wachowski, Lana Wachowski vedi scheda film
Figlia di una immigrata russa a Chicago ed orfana di padre, la bella e determinata Jupiter sbarca il lunario nell'impresa di pulizie di famiglia e sogna di guardare le stelle con lo stesso incanto del genitore, astrofisico ucciso in tragiche circostanze prima della sua nascita. Scoprirà ben presto che la sua insignificante vita è al centro di una contesa interplanetaria che deciderà del destino della Terra e dei suoi inconsapevoli abitanti.
Dall'Universo della mistificazione positronica e della virtualità assurta a paradigma di una ineffabile dimensione esistenziale (The Matrix Trilogy) che ne ha decretato successo e fortuna, i fratelli Wachowski avevano già dato qualche avvisaglia di un nuovo corso della loro ispirazione sci-fi nella graphic-novel dal target adolescenziale (Speed Racer) e più ancora nel favolistico e magniloquente Cloud Atlas, dove il tema della predestinazione e della vocazione epica iscritta nella storia individuale tessevano la complessa trama di una sinfonia corale che si propagava nello spazio e nel tempo. Il passo successivo di questa involuzione nella maturità di temi e di stile sembra proprio questa riedizione in chiave moderna che incrocia la dichiarata parabola (autobiografica) di una novella 'Cinderella' di origine russa in trasferta a Chicago e quella di un pacchiano immaginario fantascientifico dove confluiscono, in una rara confusione di allegorie e stilemi, le caotiche dinamiche di un capitalismo oligarchico dove persino la multiforme fantasia di un genio come Heinlein si sarebbe facilmente smarrito.
Pur contando su di un apparato tecnico-produttivo di tutto rispetto e sull'uso indiscriminato del 3D, la pletorica elencazione di collaboratori nei titoli di coda è in aperta contraddizione con la scarsa riuscita di questa storiella di smodata cupidigia su scala galattica (i mondi da mietere,puah!) ed amorazzi post-adolescenziali, delegando alla magnificenza di confezione ed effetti speciali (ma una base spaziale non è più sicura delle malsane e perenni tempeste gioviane?) l'esilità di una trama cui solo le spiazzanti ed inverosimili contorsioni della storia cercano di porre rimedio, recuperando un apparato ancient-future alla Star Wars ormai fuori tempo massimo. Anche laddove si volesse rintracciare la lontana eco di quell'immaginario noir che punta sulle riconoscibili location del Loop sulle rive del lago Michigan tanto care al cinema americano e che ne avevano influenzato il brillante esordio sul 'filo del telefono', i fratelli Wachowski finiscono per dissipare questo potenziale di significato e valore cinematografico nelle divagazioni extraterrestri di ricorse nell'iperspazio e faide inter-galattiche che hanno davvero poco mordente e credibilità, presentandoci una serie di personaggi talora solo appena abbozzati e tal'altra ridotti a meri stereotipi e finendo per ridurre tutto alle schermaglie amorose tra un relitto della dinastia dei Lycans avanzato dalla tetalogia di Underworld (no! non Le notti di Chicago) dell'inespressivo Channing Tatum ed una novella eroina Disney interpretata dalla 'compatta' e sognante Mila Kunis.
Guerre Stellari (1977): Una scena del film
Jupiter - Il destino dell'universo (2015): Channing Tatum e Mila Kunis
Un pò poco per 172 milioni di budget e 127 minuti di metraggio che possono mandare sul lastrico una major cinematografica o stendere al tappeto l'incauto spettatore colto da improvvisa sindrome letargica. Solo due nomination al Kids' Choice Awards 2015 ed al Teen Choice Awards 2015. Vincere però, non è sempre una questione da ragazzi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta