Regia di Bryan Singer vedi scheda film
Nel 2024 le Sentinelle hanno il compito di uccidere i Mutanti, ma alcuni di loro - Magneto (Michael Fassbender e Ian McKellen), Xavier (McAvoy che, con capello lungo e barbetta assomiglia in maniera inquietante a Silvio Muccino, per fortuna non come attore, e Patrick Stewart), Logan (Hugh Jackman), Tempesta (Halle Berry), Kitty (Ellen Page) riescono a salvarsi e a ritrovarsi in un monastero, con l'intento di mandare indietro nel tempo, grazie ai poteri di Kitty, Logan per cambiare il corso della storia, nel 1973, quando Mystica (Jennifer Lawrence) uccise Trask (l'attore nano Peter Dinklage), il creatore delle Sentinelle.
Con 'X-Men - Giorni di un futuro passato' si assiste, a undici anni di distanza, al ritorno dietro la macchina da presa di colui che ha trasporto la saga sul grande schermo, Bryan Singer, autore avvezzo a 'ripartenze' di supereroi - 'Superman Returns' - che qui lascia soggetto e sceneggiatura ad altri collaboratori presenti nei precedenti capitoli, per concentrarsi interamente sulla regia: il film, partendo da un futuro distopico, che prefigura una critica al mondo odierno - ci sono solo dieci anni tra l'anno di uscita dell'opera e l'anno filmico - con una spietata, sistematica ed istituzionalizzata caccia per l'eliminazione di chiunque porti con sé un qualsiasi 'germe' di diversità, si inoltra in sentieri fantascientifici che rimandano all'universo di 'Matrix', con salti e viaggi temporali attraverso la mente di un personaggio, con modifiche di azioni passate che influiranno sul futuro.
Il risultato è di buona fattura e ma inferiore al precedente 'X-Men - L'inizio', dovuto al fatto che la parte, ben più movimentata, con parentesi ironiche, dal sapore vintage, ambientata nel 1973, è di gran lunga superiore a quella nel futuro-presente, dai toni forse troppo cupi e utilizzata come espediente per reinserire vecchi membri del cast - Stewart, McKellen, Barry e Page - che vengono surclassati dai restanti membri dal cast, non perchè attori di livelli inferiore ma per motivi dovuti a ruoli in cui hanno praticamente dato tutto.
Ottimi gli effetti speciali, soprattutto perché funzionali alla storia che raccontano e non come componente fondamentale del film.
Voto: 7.
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