Regia di Bryan Singer vedi scheda film
In un futuro devastato e vile tecnodroidi potentissimi resi perfetti dal dna di Mystica/Raven sterminano mutanti. Xavier e Magneto, di nuovo amici, spediscono indietro nel tempo Wolverine per bloccare gli eventi che nel passato portarono alla distruzione del loro presente. Anno di grazia 1973. Nixon, alla Casa Bianca, ratifica la sconfitta Usa in Vietnam, Magneto è in una superprotetta gabbia di plastica accusato di avere ucciso Kennedy («chi altri poteva far curvare il proiettile?») e Logan contatta il riluttante Xavier giovane. Niente paura: vi abbiamo raccontato solo l’inizio. Che è anche la parte migliore di un film sempre più saturo e “zavorrato” sequenza dopo sequenza, combattimento dopo combattimento, nel moltiplicarsi dei paradossi temporali. Spesso non chiarissimi, a essere onesti: Bryan Singer sostiene di essere andato a lezione da James Cameron ma la coerenza narrativa di Terminator si dimostra una volta di più irraggiungibile. La cosa migliore di questo X-Men è un nuovo personaggio, Quicksilver (nell’universo Marvel fratello di Scarlet - che vedremo in Avengers: Age of Ultron interpretata da Elizabeth Olson - nonché figlio di... sorpresa!), protagonista dei momenti più divertenti. Ottimo Michael Fassbender: il suo Magneto “giovane” ha il giusto furore shakespeariano già imposto dal vecchio Ian McKellen; più opachi e in disparte, invece, gli altri membri storici dell’ensemble.
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