Regia di Lino Brocka vedi scheda film
Artigli sì, ma non della luce, sono quelli che afferrano questo candido ragazzo alla disperata ricerca della sua fidanzata, dispersa nei bordelli di Manila.
Ho voluto guardare questo film filippino - unico che abbia visto di quelle isole - ben sapendo, da quanto ne avevo letto, che non sarebbe stato una carezza. Mi aspettavo comunque un film disperato e cinico; è però solo disperato, e solo nel finale (che più nero non si potrebbe).
In ogni caso la fama che ha conservato e acquisito dopo il restauro non è immotivata. Si capisce subito di trovarsi davanti ad un'opera che è vero cinema: girata con molta cura, ben recitata e ben diretta, senza smagliature, e sicuramente coinvolgente; drammatica in certi momenti, sentimentale e romantica in altri, sotto tono quando ci si aspetterebbe l'enfasi; spesso dolente, e partecipe alle sventure del protagonista. E' difficile non provare simpatia per lui, un ragazzo ingenuo sperduto nei meandri della metropoli, che si arrabatta per trovare la ragazza e accetta di lavorare in condizioni disumane presso datori di lavoro pure loro disumani. Il finale però.... forse è troppo duro, anche considerando la rabbia che può scatenare un evento come quello che si verifica.
Quanto all'inizio di tutti i guai, cioè quando la ragazza veniva prelevata dalla procacciatrice di prostitute, vi è una certa responsabilità di entrambi: lei, benché col magone, era attratta dalla vita nella metropoli; e lui, dal canto suo, si era dimostrato troppo debole e remissivo. Sorvoliamo sui genitori, acquiescenti e condiscendenti, ciechi più degli innamorati.
Sullo sfondo vediamo una Manila caotica e piuttosto sporca, con un grande divario tra ricchi e poveri, dove prospera il malaffare davanti agli occhi di una polizia strapotente e corrotta, e i bordelli che, più che a luoghi di piacere, assomigliano a bolge infernali. Va anche rilevato, tuttavia, che tra i derelitti vi è una bella solidarietà che rinfranca il cuore nelle disgrazie.
Il titolo sarebbe più appropriato se dicesse “negli artigli delle tenebre” al posto che “della luce”. Il personaggio, infatti, sembra inesorabilmente attirato e risucchiato dalle tenebre.
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