Regia di Matt Reeves vedi scheda film
Premessa: non ho visto il precedente "L'alba del pianeta delle scimmie" ma mi sono documentato e non mi è pesata molto questa mancanza, almeno credo. Penso che ci siano due aspetti da tener presente nel giudicare questo film. La tecnologia. E qui c'è da restare sbalorditi per quanti progressi abbia fatto la tecnica della "performing capture", tanto è evidente che le scimmie del film rendono quasi banali le performance degli umani. Le movenze, le posture, ma soprattutto i volti spesso inquadrati in primo piano di quegli animali sono qualcosa di straordinario. E valga per tutti il primo piano finale sugli occhi di Cesare, davvero intensissimo. Poi ci sono i sentimenti che vengono raccontati e che muovono le azioni sia degli umani che degli scimpanzè. E qui qualche problema c'è, perchè spesso si scivola nella retorica, peraltro prevedibile trattandosi di un blockbuster che deve comunque conquistare consensi di massa. Ma anche sul piano dei contenuti concettuali si va oltre la facile ricerca dell'effetto, la sceneggiatura è ben scritta e presenta molteplici riferimenti a temi epocali e di grande attualità: in chiave quasi di tragedia shakesperiana viene messa in scena un'allegoria su quanto sia difficile convivere tra etnie diverse, con l'orgoglio della razza che scatena odio e sfocia nel conflitto armato. Gli attori protagonisti sono senza infamia e senza lode. Con un cenno particolare ad Andy Serkis, dominatore assoluto anche se "mascherato" da scimmione, a scapito anche di un Gary Oldman che istrioneggia da par suo ma che abbiamo visto impegnato in ruoli decisamente migliori. Eccezionale la scenografia, tra il dopobomba e la preistoria. Si sapeva, era ovvio, che il prossimo episodio è alle porte. In sintesi: un "bel film" ma non "un gran bel film".
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