Regia di Matt Reeves vedi scheda film
Sono passati 10 anni dagli eventi di L’alba del pianeta delle scimmie. Quel che è successo nel frattempo era sottointeso nei titoli di coda del primo capitolo, mentre lo sguardo di Cesare e degli altri primati scrutava la città (in attesa di un altro 1999 Conquista della Terra), e precisato in tre cortometraggi disponibili online (Spread of Simian Flu - Year 1, Struggling to Survive - Year 5, Story of the Gun Year 10), il primo dei quali diretto da un videoartista che amiamo, Isaiah Seret.
L’epidemia globale. L’umanità stremata numericamente. E le scimmie finalmente unite in comunità. Quando gli uomini chiedono agli scimpanzé di occupare provvisoriamente il loro territorio per costruire una diga, la tribù di Cesare lo permette, ma i fatti, ovviamente, precipitano. In un paesaggio post apocalittico tra il dopostoria e la preistoria, si sviluppa una tragedia shakespeariana (Cesare paga le conseguenze inscritte nel nome) che è anche una parabola sulla gestione del potere e un’allegoria sulla convivenza tra popoli, su orgoglio di specie (da leggere: etnia, nazione, religione) e pregiudizio, sul difficile processo alla base di un equilibrio geopolitico (in epoca di scarse risorse energetiche). Mentre lo spettacolo tecnologico raggiunto dalla performance capture Weta sbalordisce, la saga si conferma un forum distopico che racconta l’umano. Chi sono «Ie stupide scimmie»? Il Cesare di Andy Serkis è uno dei grandi eroi del contemporaneo. Continua.
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