Regia di John G. Avildsen vedi scheda film
Suvvia, non scherziamo. Un capolavoro no e nemmeno un film di buon livello. È difficile valutarlo prescindendo dall'ambito emotivo visto che per tutti, o quasi, Rocky rappresenta a tutti gli effetti un personaggio mitologico. Piuttosto è giusto parlare di un film fortunato che ha lanciato Stallone nell'olimpo hollywoodiano. Tutto funziona, persino Sly (che prima d'allora aveva girato solo per film anonimi ed un soft porno nel quale riesce, e ce ne vuole, a sfigurare) nonostante la sua presenza non fosse propriamente gradita, tanto che dovette imporla lui, in quanto autore della sceneggiatura che, tra l'altro, era ispirata ad un incontro realmente avvenuto tra uno sconosciuto pugile e Cassius Clay. Il film è l'incarnazione del sogno americano e per questo non può che essere magnificato dagli americani stessi, segna una generazione e riesce indubbiamente a coinvolgere lo spettatore ma è zeppo di ingenuità registiche, di pessime interpretazioni attoriali e buffonate che non stanno né in cielo né in terra (vedi l'exploit di Creed) e che accompagneranno tutta la saga. Questo ne fa un film per famiglie, nel migliore dei casi, per ragazzi in quello più realistico. Però la sufficienza la merita tutta perché comunque è entrato nell'immaginario comune, perché ha imposto in qualche modo il sogno americano e lo ha fatto in maniera convincente e convinta.
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