Regia di Dejan Zecevic vedi scheda film
Punta decisamente in alto questo film Zecevic. Utilizza lo scenario desolato della guerra in Bosnia appena conclusa, asciuga completamente la componente horror, mostrando il realismo drammatico delle fosse comuni e toglie la sottile patina fantascientifica del suo modello di riferimento.
Non si tratta di qualche citazione sparsa qua e là a caso, ma appunto di un modello che viene ricalcato quasi fedelmente: La Cosa di John Carpenter.
Un manipolo di soldati che riportano alla luce un demone che si insinua lentamente nell'animo di ognuno di loro, facendo rivivere tragicità che si credevano ormai terminate. La caratterizzazione dei personaggi rimane scarna, dopotutto lo era anche nella pellicola del regista americano, ma la presenza di questo estraneo, inquietante certamente, non risulta pienamente efficace allo scopo perchè, contrariamente alla Cosa, è visibile e identificabile. Questo modo di rappresentare il lato oscuro di una terra martoriata ne evidenzia da un lato la fragilità dell'equilibrio appena raggiunto alla fine del conflitto (come camminare alla cieca su un campo minato), dall'altro però smorza componente più di genere del film, quella più orientata sul thriller psicologico. Non completamente riuscito come film, ma un plauso per un tentativo tutt'altro che banale.
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