Regia di Anna Lajolo, Guido Lombardi, Alfredo Leonardi vedi scheda film
c'è un signore intervistato dai videobase che si esprime proprio così: "lottando la vita". un signore che oramai viveva e lavorava in germania fin dagli anni 50 cambiando città e lavoro e approdando a berlino. microfono,telecamera e luci alla mano i tre registi fanno domande dirette e semplici e gli intervistati rispondono altrettanto direttamente e semplicemente. ancor prima di rivendicare un diritto sindacale, qui si rivendica il diritto ad essere riconosciuti come persone alla ricerca di lavoro e di vita. dai ragazzi giovani intervistati nei loro letti in attesa di cominciare il turno, ai signori che non parlano una sillaba di tedesco, ma che comunque stanno meglio qui in un paese non del tutto ospitale piuttosto che a casa loro dove non hanno la dignità del lavoro, fino alle mamme che stanno cercando di organizzare un consultorio per la comunità italiana a berlino che è ancora molto piccola e soprattutto molto frazionata tra i diversi quartieri e ambiti lavorativi. siamo nel pieno degli anni settanta, la parola compagno/a viene ripetuta più e più volte e insieme al tipico bianco e nero di quel periodo che sfuma nel grigio fumo, ai vestiti e alle acconciatura di decadi ne sono passate 4 ma la storia sembra ripetersi e niente sembra poter insegnare nulla a nessuno. l'urgenza che cercava di testimoniare non è lontanamente inficiata da un'ideologia d'antan, che anzi se provoca mai del fastidio, lo provoca per il fatto che oggi per poterci permettere di utilizzare termini come "compagno" o "compagna" dovremmo di nuovo guadagnarcelo, dimentichi come siamo di cosa testimonianze e documenti come questo hanno rappresentato per le persone e cosa rappresentano oggi come un monito a cosa volevamo essere anche a scapito di una certa ingenuità. un'ingenuità sincera però, dalla quale molto c'è da re-imparare. da brividi.
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