Regia di Paul Verhoeven vedi scheda film
In una Detroit futuristica e dispotica, l'agente Murphy (Peter Weller) viene trucidato senza pietà da una banda di criminali. La OCP, una potente multinazionale senza scrupoli, ne sfrutta le spoglie per costruire un'invincibile cyborg-poliziotto da usare a protezione delle sue proprietà. Ma nel cervello del poliziotto che sembrava ormai morto, cominciano a riaffiorare dei ricordi. Secondo film americano del talentuoso regista olandese Paul Verhoeven, che dirige un film di grandissimo successo dopo una serie di pellicole di nicchia girate al suo paese che riscossero molti riconoscimenti, ma scarso successo di pubblico. Il tema di ROBOCOP non e' certo nuovo, se pensiamo che due anni prima Cameron girava TERMINATOR e nel 75' Michael Crichton ci regalava IL MONDO DEI ROBOT. Ma e' la regia di Verhoeven ad essere all'avanguardia. Il regista olandese gira una cinica e feroce satira sull'America Reaganiana e neoliberista di quell'epoca, con uno stile assolutamente innovativo. Una Detroit da medioevo prossimo venturo, dove comandano da una parte la malavita e dall'altra potenti corporazioni che privatizzano qualsiasi bene, ma che sono due facce della stessa medaglia. ROBOCOP e' un film (volutamente) eccessivo, con una violenza che raggiunge vette a dir poco estreme, che non ricordavo di aver visto in nessun altro titolo. Grottesca la scena del criminale che viene a contato con un acido corrosivo, trasformandosi così in una poltiglia mobile, per poi essere investito da un'auto in piena corsa e smembrarsi completamente. Bizzarre e umoristiche trovate, come quella del robot ED-209, che nel primo scontro con RoboCop si ritrova ad avere difficoltà a scendere le scale e di conseguenza capottarsi ridicolamente. O nel finale, quando viene liquidato dal protagonista, con la parte bassa che continua per un breve momento a camminare. Ma il meglio e' nei notiziari, dove due sorridentissimi speaker (un uomo e una donna) danno notizie di catastrofi, guerre, colpi di stato e satelliti che per errore polverizzano centri abitati. Geniali i finti spot pubblicitari: una società privata di trapianti di cuore, un gioco in scatola che ricrea guerre nucleari e un dinosauro che terrorizza la città, ma subisce un colpo di fulmine per un nuovo modello d'auto. Un irresistibile mix di tagliente sarcasmo e irriverenza. Verhoeven non dimentica però l'aspetto umano della vicenda, con i ricordi del protagonista che cominciano a riaffiorare, nella toccante scena della sua visita alla casa che sua moglie e suo figlio hanno abbandonato dopo la sua morte. Tra gli interpreti, più che il protagonista Peter Weller, che sostanzialmente si vede per una ventina di minuti, incidono i cattivi: il perfido e potente manager della OCP, interpretato da Ronny Cox e i due feroci criminali Kurtwood Smith e Ray Wise. Seguiranno due sequel diretti rispettivamente da Irvin Kershner e Fred Dekker, e un remake diretto da brasiliano José Padilha. Alquanto altalenante invece la carriera hollywoodiana di Verhoeven, tra gli altrettanto dissacranti ATTO DI FORZA e STARSHIP TROOPERS e i mediocri e commercialissimi BASIC INSTICT e SHOWGIRLS.
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